di Giorgio Fedeli
L’urna delle elezioni provinciali diventa un vaso di Pandora. Non con tutti i mali al suo interno, non esageriamo, ma certo con tanti dissapori, accordi mancati e fumate nere, almeno per il momento. E tutto a un mese esatto dal voto per il rinnovo del consiglio provinciale.
A “scoperchiare” quel vaso-urna, gli articoli di Cronache Fermane sullo stato dell’arte a Porto San Giorgio e a Fermo, due realtà comunali che pesano e non poco su scala provinciale. La prima perché assume un peso specifico ancor più significativo dal momento che Sant’Elpidio a Mare, essendo commissariata, non esprimerà consiglieri. La seconda per ovvie ragioni: è il capoluogo di provincia.
Ecco allora che i maldipancia e i dissensi di diversi amministratori locali, sparsi qua e là per la provincia, sono venuti a galla. Partiamo dalla Valtenna, dove dalla costa all’entroterra sono sempre più in pole position i nomi di Eleonora Ferracuti di Monte Urano, del vicesindaco di Falerone, Pisana Liberati, e del consigliere comunale di Porto Sant’Elpidio, Giorgio Marcotulli. Tutti che fanno chiaramente rima con Fratelli d’Italia. Nomi di peso che avrebbero fatto drizzare le antenne ad alcuni sindaci e amministratori locali della Valdaso, come pure in parte della Valdete) che subodorano un accentramento dell’asse provinciale sulla vallata più a nord del Fermano, quasi a diventare capitale della politica locale. Una conformazione geopolitica che non mandano giù, anche perché gli uscenti Erika Acciarri e Diego Mandolesi (eletto sindaco di Ponzano di Fermo) non sarebbero nella lista dei nomi su cui ragionare per una candidatura. Ma i maldipancia sarebbero rientrati dopo un incontro tra dei sindaci della Valdaso, dalla costa alla montagna, in una struttura ricettiva di Moresco in cui sarebbe spuntato il nome di Maria Grazia D’Angelo da Pedaso.
Sul tavolo, invece, vi sarebbero quelli del sindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi e della consigliera comunale sangiorgese Giulia Vagnozzi. A Porto San Giorgio, però, è spuntato anche il nome del consigliere comunale Giuseppe Maccarrone (Fi) mentre sembra tramontato quello dell’altro consigliere di maggioranza Andrea Susino (ne sarebbe riprova proprio il nome proprio della D’Angelo).
Poi c’è quella regola non scritta del “niet” a candidature doppioni in un qualsivoglia Comune. In altre parole, i partiti che due anni fa hanno lanciato la candidatura dell’attuale presidente Michele Ortenzi (vedasi Lega, FdI e il gruppone di civici di Fermo) hanno la regola che in un qualsiasi Comune, fatto salvo proprio quello di Fermo a cui, da capoluogo di provincia, ne sono concessi due (uno sarebbe per il sindaco) non possa esserci più di un candidato. Questione di rappresentanza dei territori, dicono dall’interno. Questa la conditio sine qua non per unirsi al gruppo, un messaggio che avrebbe come destinataria Forza Italia. Insomma al netto di chi sarà candidato e chi no, è evidente che la situazione sia ancora tutta work in progress con strategie e giochi a incastro che ancora non hanno trovato la quadratura del cerchio.
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