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Metrotranvia mare-monti, il passo avanti: chiesto all’Univpm lo studio di fattibilità

INFRASTRUTTURE - Presentato questa mattina nella sala consiliare della Provincia lo stato dell'arte sull'infrastruttura. Il prossimo appuntamento sarà tra qualche mese, entro la fine del 2024, quando verranno comunicati gli esiti dell’indagine condotta dall’Università Politecnica delle Marche

di Elia Frollà

«Non è un disegno romantico e nostalgico e nemmeno un progetto di facciata. Piuttosto si tratta di un percorso, di un’ipotesi concreta di prefattibilità su cui ragionare». Sono queste le parole con cui il consigliere regionale Marco Marinangeli si è espresso, questa mattina durante una conferenza stampa che si è tenuta nella sala consiliare della Provincia di Fermo, in modo deciso e convinto sull’ambizioso progetto di una metrotranvia mare-monti in grado di collegare Amandola e Porto San Giorgio. Insieme a lui erano presenti Michele Ortenzi, Presidente della Provincia, Elvezio Serena, in rappresentanza del comitato per la metrotranvia, Gianluca Rongoni, architetto dirigente della provincia di Fermo, e il professor Gianluigi Mondaini, dell’Università Politecnica delle Marche, a cui è stato affidato il compito di presentare il profilo di fattibilità dell’opera.

Pochi, anagraficamente parlando, possono ricordare la ferrovia che, ormai più di settanta anni fa, collegava l’entroterra montano alla costa, Amandola e Porto San Giorgio appunto. In molti sicuramente possono invece avere in mente, più o meno di recente, progetti e idee di reti di comunicazione e infrastrutture che avrebbero dovuto collegare le due zone della provincia di Fermo. Molte volte in passato, infatti, tali buoni propositi si sono risolti in un nulla di fatto. Questo può forse spiegare lo scetticismo di alcuni presenti alla conferenza.

Ma oggi di cosa si è parlato nello specifico? Non è stato presentato alcun disegno tuttavia, come spiegato più volte ai presenti, è stato compiuto un passo necessario e fondamentale, oltreché, assolutamente concreto. È stato affidato, infatti, all’Univpm uno studio necessario a capire quali possano essere le condizioni di fattibilità per la realizzazione di questa rete metrotranviaria. Solo alla conclusione di questa ricerca, quindi, potrà essere presentato un vero e proprio progetto.

«Parliamo di un’opera – ha spiegato il presidente Ortenzi – che consideriamo di grande valore strategico per i collegamenti mare-montagna e per lo sviluppo del turismo lungo questo asse».

Gli effetti positivi per il territorio, per i Comuni che sarebbero toccati da questa infrastruttura e per tutta la provincia, per i relatori sono evidenti del resto. «È una soddisfazione – ha proseguito Marinangeli – essere qui oggi a parlare di questa idea. I vantaggi per il territorio sarebbero notevoli: parliamo di un collegamento tra costa ed entroterra in grado di offrire notevoli opportunità turistiche, in grado di porre un freno al costante spopolamento e impoverimento delle zone più interne e in grado di valorizzare i nostri borghi. Il tutto, inoltre, verrebbe realizzato all’insegna del massimo rispetto dell’ambiente».

Entusiasta anche Elvezio Serena, rappresentante del comitato per la metrotranvia. «Abbiamo lavorato negli anni per arrivare a questa giornata e possiamo vederla come una tappa che deve precludere alla conclusione del lavoro. Ci crediamo, e insieme a noi venti Comuni della provincia di Fermo, cinque della provincia di Macerata e uno di quella di Ascoli. Non è un sogno ma una realtà che si deve concretizzare».

Della stessa idea sono stati, poi, anche il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Fermo, Giorgio Girotti Pucci, che ha avuto ruolo importante nel portare avanti questa progettualità e l’ha definita «un’opera di grande valorizzazione del territorio», e l’architetto Gianluca Rongoni, che ha auspicato «un nuovo incontro per arrivare ad un progetto e per capire potenzialità del territorio nei confronti del turismo e dei residenti della provincia di Fermo».

Per i dettagli tecnici, invece, centrale è stato l’intervento del professor Gianluigi Mondaini: «Dobbiamo raccontare cosa stiamo facendo – ha spiegato – Ci troviamo in una fase di comprensione del territorio e di analisi. Dobbiamo cercare di capire cosa di simile è stato fatto nel resto d’Italia, adattarlo e proporlo. Abbiamo a che fare con un’opera visionaria ma ciò non deve spaventarci dal momento che, se non fosse tale, sarebbe inadeguata ai livelli di qualità e bellezza del territorio. È un’opera che ha a che fare con il passato ma che non potrà svilupparsi lungo il tracciato antico, avremo bisogno di una nuova traccia».

E su alcune questioni fondamentali come quelle dei fondi per la realizzazione (la Regione Marche e la Provincia hanno potuto finanziare solo queste dinamiche da fattualità e progettualità) i partecipanti hanno affermato che è possibile fare riferimento a tutti gli enti che si occupano di queste tematiche e che sarà necessario coinvolgerli con il miglior progetto possibile.

Il prossimo appuntamento, quindi, sarà, come spiegato in conclusione dallo stesso Mondaini, tra qualche mese, entro la fine del 2024, quando verranno comunicati gli esiti dell’indagine condotta dall’Università Politecnica delle Marche.



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