Il consigliere regionale del Pd, Fabrizio Cesetti chiede alla Regione Marche di intervenire «per scongiurare la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico a Monte Urano e Fermo».
«Ci risiamo. Dopo Colle d’Ete, Falerone e Montegiorgio, il nostro territorio è finito ancora una volta nelle mire di società che chiedono di installare nuovi impianti fotovoltaici con l’ubicazione di moduli a terra nelle nostre campagne, impianti che rischiano di deturpare irrimediabilmente siti ed ecosistemi di grande pregio ambientale e di creare gravi danni alle aziende del settore agroalimentare. Questo, infatti, appare l’inevitabile destino a cui andranno incontro i Comuni di Monte Urano e Fermo, se la Regione Marche non interverrà per fermare la procedura volta alla realizzazione di un nuovo impianto composto da 7930 pannelli pari a 4.876,95 kWp di potenza complessiva in località via Fonte Murata e opere connesse». A sostenerlo, in una nota stampa, si diceva, è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, che a tal proposito ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale per sollecitare «non solo un intervento della Regione, ma anche la richiesta alla Provincia di Fermo, al Comune di Monte Urano e al Comune di Fermo affinché adottino provvedimenti di loro competenza per scongiurare la realizzazione del citato impianto».
«L’Assemblea legislativa delle Marche – ricorda Cesetti – ha approvato lo scorso marzo una legge ad hoc per dotare la Regione di criteri e linee guida chiare, affinché il paesaggio, la qualità ambientale e i beni culturali marchigiani siano salvaguardati secondo quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione. Questo non è più tempo per le ipocrisie, la Regione Marche si esprima chiaramente sulla questione e, soprattutto, agisca coerentemente con i dettami della legge che abbiamo approvato. Pretenda, in particolare, che i Comuni interessati e la Provincia tutelino anzitutto le comunità e, come previsto dalla Costituzione, ‘l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».
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