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“Diplomificio”, l’indagine della Finanza di Bologna arriva anche nel Fermano

FINANZA - Accertamenti su una scuola con sede a Bologna, nell'ambito di un'indagine in cui sarebbe, e il condizionale è d'obbligo, coinvolto anche il polo Giovanni Paolo II di Fermo, insieme a un'altra scuola nel Napoletano. Alla "Giovanni Paolo II", la cui implicazione è ancora tutta da accertare, non è ancora arrivato nulla, nessuna carta che possa comprovare il coinvolgimento diretto o indiretto della scuola

di Giorgio Fedeli

Scattate ieri mattina «perquisizioni da parte di 20 militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna nei confronti di un “diplomificio” con base nella città felsinea. All’esito di articolate indagini l’autorità giudiziaria ha ipotizzato a carico dei responsabili i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione disponendo il sequestro dei conti correnti nonché dell’immobile di Bologna nel quale si svolgono i corsi di recupero. Nello specifico i finanzieri del primo Nucleo Operativo Metropolitano hanno rilevato una serie di illeciti che sarebbero stati commessi da un istituto di recupero anni scolastici per agevolare la promozione dei propri studenti presso due istituti paritari situati in altre Regioni». E’ quanto si legge in una nota delle Fiamme gialle bolognesi relativa ad accertamenti incentrati su una scuola con sede a Bologna, nell’ambito di un’indagine in cui sarebbe, e il condizionale è d’obbligo, coinvolto anche il polo Giovanni Paolo II di Fermo, insieme a un’altra scuola nel Napoletano. Alla “Giovanni Paolo II”, la cui implicazione, si diceva, è ancora tutta da accertare nel prosieguo dell’inchiesta, non è infatti ancora arrivato nulla, nessuna carta che possa comprovare il coinvolgimento diretto o indiretto della scuola nell’indagine. «I finanzieri – aggiungono le Fiamme gialle di Bologna – hanno rilevato una serie di illeciti che sarebbero stati commessi da un istituto (felsineo, ndr) di recupero anni scolastici per agevolare la promozione dei propri studenti presso due istituti paritari situati in altre regioni».

«In particolare, a fronte del pagamento di consistenti quote di iscrizione, gli studenti partecipavano alle lezioni a Bologna per poi sostenere, e superare, gli esami presso gli istituti paritari, sulla base di false attestazioni di residenza/domicilio ovvero di alternanza scuola-lavoro. Una cospicua parte dell’iscrizione veniva girata sotto forma di “tassa d’esame” agli istituti paritari che, in cambio, avrebbero assicurato la promozione di tutti gli studenti inviati dalla scuola di formazione felsinea. L’accordo corruttivo ha consentito a quest’ultima di aumentare la propria popolarità tra i giovani e, conseguentemente, di incrementare i ricavi del 600% in soli 5 anni. Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata – specificano dalla Finanza – solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. L’attività condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, testimonia l’impegno congiunto a tutela della legalità economica e costituisce uno dei primi risultati della specie a seguito della stipula, il 6 febbraio 2024, del protocollo d’intesa tra il Ministro dell’Istruzione e del Merito e il Comandante Generale del Corpo per il contrasto ai “diplomifici”».


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