Un “esercito” di oltre centoventi persone ha ripercorso il cammino francescano tra Amandola e Comunanza rispondendo all’invito che Avis “Sibillini” di Amandola ha inviato a tutti coloro che in ogni modo si riconoscono nel mondo del volontariato.
Tra i partecipanti l’Aido, associazione che da tempo collabora con Avis focalizzando la sua azione sulla promozione della salute e sulla prevenzione.
Un percorso senza particolari difficoltà che ha permesso a giovani genitori di farsi accompagnare dai propri figli in età evolutiva e agli adulti (non più in tenera età) di conoscere la storia dei luoghi visitati grazie alla collaborazione di cultori della storia locale che si sono trasformati, per l’occasione, in guida turistica.
La prima tappa, a circa 1,5 km dal borgo di Salvi, immersa in un’oasi di pace e silenzio e contornata solo dal canto degli uccelli e dalla musica della natura, sorge la Chiesa della Madonna delle Grazie. In questo luogo, in origine, vi era una piccola edicola votiva dedicata a Santa Maria delle Grazie che divenne negli anni meta di pellegrinaggi e luogo di devozione alla Vergine Maria tanto che, intorno al 1720, si decise di erigere una cappella più grande capace di contenere il continuo flusso di visitatori.
Accanto alla Chiesa passava e passa ancora oggi, un antico sentiero che collega Amandola ad Ascoli. Poco più a sud verso Comunanza, c’è la chiesa, molto più antica di San Pietro in Castagna, meta della seconda tappa, “ferita” dal terremoto ed ancora oggi chiusa al culto e messa in sicurezza.
Terza ed ultima tappa la piazza di Casa Tasso dove si trova la piccola e graziosa Chiesa dell’Immacolata di cui non si hanno notizie certe sulla sua data di origine. Si sa solo che fu sotto la giurisdizione della Chiesa di San Pietro in Castagna situata nella frazione di Salvi.
Osservando però gli elementi che la compongono, una struttura semplice con facciata edificata con mattoni a vista e tetto a capanna sormontato da una vela campanaria, si può ipotizzare che essa sia stata edificata tra il XIX-XX sec. e restaurata in epoca recente.
«Un percorso di circa 5 km dove i partecipanti – ha ricordato Domenico Annibali, presidente dell’Avis “Sibillini” – hanno potuto confrontarsi, allacciare amicizie, scambiarsi consigli di vita vissuta e sperimentare gli 8 grandi benefici provati dalla scienza ed associati al cammino come frenare i geni dell’obesità, ridurre la voglia di dolci, bruciare calorie, ridurre i dolori articolari, rinforzare le difese immunitarie, ridurre il rischio di tumori, prevenire diabete e Alzheimer, toccasana per l’umore».
A mezzogiorno tutti seduti presso il Centro sociale “La Gramigna” per pranzare e sperimentare il fatto che condividere la tavola è una gioia e fa bene anche al nostro corpo, a conferma di quello che nuove ricerche scientifiche confermano una lunga serie di percezioni diffuse. I pasti condivisi infatti favoriscono i legami e promuovono emozioni positive, hanno il potenziale per migliorare la qualità della vita degli individui e rafforzare i legami all’interno delle comunità.
«La presenza di “Frate Mago” – aggiungono dall’Avis – battezzato ironicamente da Papa Francesco come “un diavolo” dopo aver assistito alle sue performance ed averlo rallegrato con i suoi giochi di magia, ha reso evidenti e sicuramente rafforzato i benefici della convivialità».
«Infatti – ricorda Franco Rossi medico prelevatore dell’Avis montana – la magia suscita meraviglia e stupore quando il mago riesce ad indovinare cosa ha pensato chiunque partecipi ai suoi “incantesimi”. La stessa cosa avviene quando, dopo una donazione di sangue e/o di plasma, come per incanto una vita risorge, ma ovviamente questa non è solo magia è semplicemente realtà»
“La prima cosa da fare non è prendersi troppo sul serio. Sorridere alla vita, anche di fronte alle grandi difficoltà” diceva Michael Miller, a questo ci ha pensato il gruppo degli Indimenticabili, anche loro presenti all’ultima tappa della camminata francescana, rallegrando gli intervenuti.
«L’Avis – concludono dall’associazione – non rappresenta solo chi dona gratuitamente il proprio sangue e il proprio plasma, ma anche chi, non potendo donare per inidoneità, desideri collaborare gratuitamente a tutte le attività di promozione e sensibilizzazione, quindi un ringraziamento va anche a tutte le altre associazioni locali che hanno patrocinato la manifestazione come Il mandorlo d’argento, il Cai, ed il Comune di Amandola».
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