di redazione CF
I carabinieri, sempre in prima linea per garantire la sicurezza dei cittadini, continuano a intensificare gli sforzi nella prevenzione e nel contrasto agli atti persecutori, reati che colpiscono in modo profondo e duraturo le vittime e le loro famiglie. Recenti operazioni condotte dalle Stazioni di Pedaso e Fermo testimoniano l’impegno costante in questo ambito particolare e delicato.
A Pedaso, i militari della locale stazione carabinieri, sulla base di una querela presentata da una donna che ha denunciato il suo ex coniuge non convivente, un uomo di circa 60 anni, hanno deferito il soggetto all’autorità giudiziaria per il reato di atti persecutori. La donna ha riferito che, a partire dal mese di giugno, l’ex coniuge ha progressivamente intensificato un comportamento ossessivo, ricorrendo a minacce e vessazioni tramite la messaggistica WhatsApp, che hanno causato un perdurante stato di ansia e costretto la vittima a modificare le proprie abitudini di vita. Di fronte a tali gravi segnalazioni, l’autorità giudiziaria è stata immediatamente informata, attivando il “Codice Rosso”, un protocollo che consente un intervento rapido ed efficace per proteggere le vittime di violenza.
Allo stesso modo, a Fermo, i carabinieri hanno deferito un ex convivente di circa 40 anni, anche lui sospettato di atti persecutori e danneggiamento. La denuncia presenta scenari analoghi, con comportamenti intimidatori iniziati nel dicembre scorso, culminati in un’incresciosa aggressione verbale avvenuta la scorsa notte, quando il soggetto ha intimidito la donna, urlandole contro diversi epiteti offensivi sotto la sua abitazione, danneggiandole inoltre l’auto. Anche in questo caso, l’autorità giudiziaria è stata prontamente informata e sono state attivate le procedure di emergenza previste dal “Codice Rosso”.
«È fondamentale sottolineare che tali comportamenti di stalking non solo ledono la dignità e la serenità delle vittime, ma – rimarcano dall’Arma – possono anche avere effetti devastanti sulla loro salute mentale e fisica. Le conseguenze di tali atti possono manifestarsi in disturbi psicologici, depressione, ansia e, in alcuni casi, possono sfociare in episodi di violenza più gravi. Le norme italiane prevedono specifiche tutele per le vittime di atti persecutori. Il Codice Penale punisce con pene severe questo tipo di reato, sottolineando la presa di coscienza legislativa nei confronti di comportamenti criminosi volti a terrorizzare, molestare o danneggiare una persona. Inoltre, le vittime hanno accesso a risorse e sostegni tramite i Centri Antiviolenza e l’opportunità di essere collocate in strutture protette, garantendo così un percorso di recupero e sicurezza. I Carabinieri invitano tutti coloro che si trovano in situazioni di molestie o persecuzione a non rimanere in silenzio e a denunciare i fatti, assicurando che ogni segnalazione sarà trattata con la massima attenzione e serietà. È fondamentale combattere insieme contro questa piaga sociale e garantire a tutti un ambiente sicuro e sereno».
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