L’ingegnere coinvolto nell’indagine sulla truffa del superbonus, Davide Cesarini, rimarrà agli arresti domiciliari. Il giudice del tribunale di Fermo, Teresina Pepe, ha respinto l’istanza presentata dai legali del professionista Federico Valori e Renato Coltorti che hanno annunciato il ricorso al tribunale del Riesame.
Cesarini, di Osimo e residente a Porto Sant’Elpidio, era stato arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di falso ideologico e truffa aggravata. In tutto sono otto le persone indagate, tra cui Salvatore Perricciolo, di 44 anni e residente a Montegranaro (per lui la misura cautelare è in carcere). L’ingegnere è comparso il 10 settembre davanti al Gip di Fermo per dare la sua versione dei fatti. Durante l’udienza il professionista ha spiegato i suoi rapporti con Perricciolo e lo avrebbe convinto a rinunciare a dei crediti derivati da fatture per lavori mai eseguiti. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, l’ingegnere di Osimo e residente a Porto Sant’Elpidio, avrebbe presentato all’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese.
Ricorreranno al Riesame per un adeguamento della misura cautelare anche i legali di Perricciolo, Gabriele e Massimiliano Cofanelli e Anna Indiveri. Nell’interrogatorio del 9 settembre Perricciolo ha respinto tutte le accuse. E’ indagato per truffa, auto riciclaggio e fatture false. Secondo gli inquirenti, Perricciolo sarebbe amministratore di due ditte del settore edile che, tramite fatture per operazioni inesistenti, avrebbe ottenuto dei fondi pubblici per lavori di efficientamento energetico e adeguamento sismico mai realizzati. Oltre a Perricciolo e all’ingegnere, le indagini della Guardia di Finanza hanno coinvolto la moglie del 44enne e altri cinque professionisti.
a. l.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati