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Provinciali, la montagna non ci sta. Sindaci pronti a disertare l’urna: «Il nostro territorio dimenticato»

ELEZIONI - Vergari: «Noi figli di un Dio minore. Un voto di un consigliere di Fermo vale più di quello di tutto il mio consiglio comunale», Marinangeli: «Il nostro, un territorio non considerato. C’è chi vuole un referendum», Screpanti: «Tutti se ne fregano delle aree interne»

Il sindaco Fabrizio Vergari

di Silvia Ilari

Con le elezioni provinciali alle porte, il 29 settembre, iniziano a delinearsi i primi scenari. In montagna, inizia a fare più freddo e non solo per il clima, a quanto pare, con la decisione di non votare presa da ben tre sindaci. 

QUI SANTA VITTORIA IN MATENANO

Il primo cittadino di Santa Vittoria, Fabrizio Vergari non le manda a dire: «Non andrò a votare.  Questo tipo di sistema elettorale non consente a noi dei Comuni dell’entroterra montano, che rappresentiamo un terzo dei territori di tutta la provincia, di eleggere un candidato con i nostri numeri. Per esempio, un voto di un consigliere di Fermo vale più di tutto il mio consiglio comunale. Non c’è possibilità». 

 

Vergari si riferisce allo schema del voto ponderato per la designazione del Consiglio provinciale.  Funziona così: gli elettori delle elezioni provinciali sono i sindaci e i consiglieri comunali di tutti i Comuni. Ognuno ha il diritto di esprimere un voto, che non ha, però, lo stesso valore. Infatti, questo dipende dal numero della popolazione del singolo Comune: è il motivo per cui i primi cittadini e i consiglieri delle realtà più grandi, come elettori, sulla carta hanno un peso maggiore.

«Ho proposto loro un nominativo, da eleggere con l’appoggio dei Comuni più grandi. Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio per esempio. Purtroppo, i nostri voti non contano: poiché ho avuto solo dei dinieghi, nessuna assicurazione, allora ve le fate da soli le provinciali» commenta Vergari.

 

Non ha pensato di candidarsi lei in prima persona?

«Sinceramente mi è stato chiesto dal Partito Democratico, ma ho risposto che ho già altri incarichi (oltre che sindaco, Vergari è anche presidente dell’Unione Montana dei Sibillini n.d.r) e che avrei potuto trovare un altro nominativo in cinque minuti, a patto che fosse garantita la sua elezione. Non abbiamo avuto questa garanzia e, ancora una volta, la montagna resta senza un consigliere»

Manca da tempo un consigliere di un comune montano?

«Da parecchio, penso almeno dieci anni.  La Provincia di Fermo è una provincia principalmente a trazione balneare, contano i Comuni della costa, Fermo e la media valle del Tenna, gli altri non esistono. Non esiste la Valdaso, non esiste l’Unione Montana. Andare a votare in queste condizioni, a noi, non interessa. Purtroppo, questo tipo di elezione con voto ponderato non consente ai piccoli Comuni di eleggere nessuno. Servirebbe che i partiti si mostrassero intelligenti e si facessero carico di questa mancanza, ma vedo che non ci sono partiti interessati alla questione».

Non vi sentite rappresentati?

«No, manca la rappresentanza del territorio. I problemi dell’entroterra, non li possono conoscere Calcinaro o i consiglieri di Porto Sant’Elpidio o di San Giorgio. I nostri problemi li conosciamo noi, perché non veniamo rappresentati in Consiglio? Se ci fosse qualche dirigente politico di un partito che pensa al territorio, allora ci sarebbe anche un nostro consigliere».

Pensa che la proposta della candidatura fosse solo di facciata?

«Certo, era per chiudere la lista, però io a questi giochetti io non ci sto».

Il sindaco Adolfo Marinangeli

QUI AMANDOLA

Anche ad Amandola, dove addirittura ci sono venti di scissione, tra la provocazione dell’ex sindaco Treggiari e cittadini che starebbero raccogliendo firme per il passaggio alla provincia di Macerata. In Comune non va meglio, dove anche il sindaco Adolfo Marinangeli dichiara le sue intenzioni di non voto. 

«Sono dello stesso avviso di Vergari. Non andrò a votare, ma ci tengo a precisare che non è né per un fatto politico, né di partito, è perché c’è un intero territorio che è stato disconosciuto. È la contestazione di un territorio che non ha avuto la giusta considerazione. Una provincia senza l’area montana, che provincia è? Lo dico da esterno: se si tenesse il referendum, cosa resterebbe della provincia di Fermo?» 

Per parlare dello stato di abbandono, da parte della Provincia, in cui a suo parere si trova il suo Comune, Marinangeli torna a parlare della questione del bypass di Amandola, per il quale era nato anche un botta e risposta con il presidente Michele Ortenzi: «Dal 17 luglio, aspettiamo un cronoprogramma dei lavori, come accordato. Ad oggi non sappiamo se riprenderanno, se l’appalto è saltato, se sono abbandonati, se resterà un’opera incompiuta. Questo è gravissimo. E ora ci preoccupiamo di fare la campagna elettorale per la nuova l’amministrazione provinciale. Quale amministrazione? Di quale provincia?».

Marinangeli cita anche il Consiglio provinciale in carica: «Parlo di tutto il Consiglio e della maggioranza, non ho mai sentito dire una parola nei confronti della montagna. Abbiamo le strade, le peggiori strade, sono diventate delle mulattiere, non faccio altro che scrivere. Prima della Pandemia c’era un assessore dedicato alle Politiche della montagna, poi la figura è stata soppressa». 

Voi sindaci della montagna avete cercato un dialogo in passato?

«Sempre». E aggiunge: «Negli ultimi due anni, non ci sono stati interventi sull’ospedale né del presidente Ortenzi, di Calcinaro o di qualche consigliere della Provincia. Inoltre, Calcinaro in passato ha fatto un accordo per il turismo con Sarnano e Sarnano è in provincia di Macerata, non di Fermo». 

il sindaco Marino Screpanti

QUI MONTELPARO

Non è tenero neanche Marino Screpanti, sindaco di Montelparo. Anche lui opterà per l’astensione: «Tutti si riempiono la bocca con le aree interne, poi se ne fregano. I consiglieri ci sono solo per le realtà più grandi, solo Fermo ha tre consiglieri, le sembra giusto?» Critiche e perplessità, quelle manifestate dai sindaci, condivise dal consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti che, però, invita tutti comunque a recarsi a votare

 



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