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«I ragazzi del 2011 rimasti senza campionato di basket» Lo sfogo di un genitore e la replica della società: «Scelta obbligata ma garantiamo allenamenti e amichevoli»

PORTO SANT'ELPIDIO - Il disappunto del genitore Guido Viozzi e le motivazioni della società Sporting Basket Porto Sant’Elpidio con il presidente Enzo Catini. Nodo numeri minimi per l'iscrizione a un campionato

(foto dalla pagina Fb dello Sporting Basket Club P.S.Elpidio)

di Maikol Di Stefano

L’annata 2011 dello Sporting Basket Porto Sant’Elpidio lasciata a “piedi”. Arriva direttamente da uno dei genitori lo sfogo nei confronti della società elpidiense. L’oggetto della critica è il fatto che i ragazzi nati nel 2011 non hanno più la possibilità di svolgere la propria attività agonistica. «Al termine dello scorso campionato, per vicissitudine varie, alcuni ragazzi hanno deciso di cambiare casacca passando in società limitrofe. Un altro ragazzo addirittura è arrivato alla scelta di lasciare proprio lo sport e così, la squadra dei ragazzi nati nel 2011 si è trovata sguarnita».

A parlare è Guido Viozzi, genitore proprio di uno dei componenti di quella squadra. «Quest’anno come da prassi i ragazzi hanno iniziato la preparazione atletica in vista della stagione alle porte, ma qualche giorno fa la società ci ha convocato informandoci che non avrebbero iscritto i ragazzi del 2011 al campionato. Alla base della scelta la mancanza di un numero congruo. In un primo momento avevamo pensato che li aggregassero ad un’altra annata, magari più grande. Invece ci hanno detto che o cambiavano squadra o restavano potendosi solo allenare per tutto l’anno». Una scelta forte da parte della società che ha preso di sorpresa tutti; atleti e famiglie.

«Io per otto anni ho versato una retta che era superiore ai 500 euro annui, oggi mi ritrovo con un ragazzino a casa, costringento, se vuole essere un giocatore, a trovarsi un’altra squadra – spiega Viozzi – Questa per me è una cosa inconcepibile».

Immediata la replica da parte della società con il presidente Enzo Catini che ha dato la propria versione della querelle: «Abbiamo dovuto fare a malincuore una scelta dettata dal fatto oggettivo che ci mancano, in questa stagione, i numeri e requisiti minimi per iscrivere la squadra al campionato. La federazione c’impone di avere in rosa almeno 12 giocatori, ad oggi dei 2011 ne abbiamo non più di otto, realisticamente cinque/sei. Non possiamo rischiare di presentarci ogni settimana senza il numero minimo, fare figuracce, farle fare ai ragazzi ed essere anche sanzionati. Qualche genitore voleva che portassimo i 2012 insieme ai 2011, una scelta per noi non fattibile perché sono un gruppo che ha già la propria categoria, iscritto al proprio campionato e non possiamo quindi imporre alle famiglie altri allenamenti e altre partite. Purtroppo con la riforma dei tesseramenti, alcuni ragazzi si sono mossi liberamente scegliendo di andare in altre società, così come tanti altri di fasce di età differenti hanno scelto di venire da noi. Ora quello che faremo sarà garantire a questi ragazzi gli allenamenti, organizzare delle amichevoli e provare a partecipare a tornei differenti, ma a malincuore non parteciperemo al campionato».

 


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