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Provinciali: i sindaci di Montefortino, Montefalcone Appennino e Smerillo dicono sì al voto «ma il sistema elettorale va cambiato»

ELEZIONI - Dopo il fronte del “no”, ecco quello del “sì”, composto da altri sindaci della montagna, Domenico Ciaffaroni (Montefortino), Cesare Milani (Montefalcone Appennino) e Tonino Severini per Smerillo. Compatti sull’ok alle urne, lo sono anche sull’attuale sistema elettorale: «Va cambiato. Dovrebbero essere i cittadini a votare». 

di Silvia Ilari

Dopo il fronte del “no”, ecco quello del “sì”, composto da altri sindaci della montagna, Domenico Ciaffaroni (Montefortino), Cesare Milani (Montefalcone Appennino) e Tonino Severini per Smerillo. Compatti sull’ok alle urne, lo sono anche sull’attuale sistema elettorale: «Va cambiato. Dovrebbero essere i cittadini a votare». 

«La mia posizione è diametralmente opposta a quella di alcuni miei colleghi».  Mette subito in chiaro le cose il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni, quando interrogato sulle imminenti elezioni provinciali. Recentemente altri sindaci dell’area montana, ossia Vergari (Santa Vittoria in Matenano), Marinangeli (Amandola) e Screpanti (Montelparo), hanno annunciato che diserteranno le urne

 

QUI MONTEFORTINO

«Io penso che creare la Provincia di Fermo sia stata un’autentica iattura, perché abbiamo ottenuto due mezze province, una in dissesto, in default tecnico e l’altra che non gode di ottima salute. La riforma Delrio, il Governo Renzi ha fatto il resto, con un sistema farraginoso che ha sottratto ai cittadini l’elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale. Forse tutto ciò ha distrutto gli enti intermedi» afferma Ciaffaroni che sottolinea come il problema sia a monte. Il sindaco cita la riforma Delrio che abolì l’elezione diretta del Presidente e del Consiglio provinciale da parte dei cittadini, mentre, durante il governo Renzi si parlò addirittura di abolizione. «Tutto il recriminare dei fermani, a suo tempo, io me lo ricordo. Ero sindaco anche allora, si parlava di penalizzazione. Tutti questi grandi vantaggi con la creazione della Provincia non ci sono stati» continua. 

Successivamente si sposta sul nocciolo della questione che ha animato il dibattito nei giorni scorsi: «Detto questo, però, dire pubblicamente “non andiamo al voto perché non abbiamo rappresentanti” da uomo delle istituzioni, mi fa un pò senso. È come invitare i cittadini a disertare le urne; poi ci lamentiamo della scarsa affluenza o della scarsa partecipazione alla cosa pubblica? Non è che, se non siamo rappresentati direttamente, non continueremo a confrontarci con il nuovo Consiglio provinciale o con il Presidente. Poi, che la montagna debba avere riconosciute le sue peculiarità è fuori da ogni ombra di dubbio». 

Dunque, lei voterà?

«Non solo andrò a votare, inviterò tutti i miei consiglieri a essere presenti perché è un momento di democrazia». 

Ritiene che i consiglieri degli altri Comuni che verranno eletti, potranno in qualche modo fare comunque le vostre veci?

«Nei due anni passati non avevamo nessun rappresentante, siamo sopravvissuti. Ci siamo confrontati con l’attuale governo della Provincia. Non è che, se non c’è un rappresentante non ci si confronta. Sarebbe meglio che ci fosse, quello sì, ma se, in questo caso, i partiti hanno optato per altre strategie ne prendiamo atto. È il sistema creato che non funziona, ripeto, quello va cambiato, auspico che si ritorni alle elezioni dirette». 

Cesare Milani

QUI MONTEFALCONE APPENNINO

«Io non condivido questo tipo di votazione, perché è veramente fuori da ogni logica, c’è bisogno che la Provincia ritorni a essere votata dai cittadini, però io e i consiglieri di maggioranza sicuramente andremo a votare». Conferma anche il suo voto e quello dei suoi, Cesare Milani sindaco di Montefalcone Appennino, ma anche lui polemico con il sistema imposto dalle leggi nazionali.

«A parte il voto ponderato, a causa del quale noi non contiamo niente, il problema è un altro. Se gli amministratori provinciali vengono votati dai cittadini ha un senso, altrimenti così com’è…si mettono d’accordo due o tre Comuni.  Secondo me, era necessario non tanto farne una questione di schieramenti politici, di destra o di sinistra, ma territoriale: che in Provincia sia rappresentato tutto il territorio. Non è possibile che della zona montana non ci sia nessuno, ma, detto questo, e me ne assumo la responsabilità, noi andremo».

Tonino Severini

QUI SMERILLO

Da un sindaco eletto quest’anno, a un altro. Tonino Severini di Smerillo che condivide le posizioni dei suoi due colleghi: «Io andrò sicuramente a votare. Purtroppo, la riforma ha portato a questo tipo di meccanismo e a questo bisogna adeguarsi. Avrei preferito un sistema di voto dove ogni cittadino avesse potuto scegliere liberamente il proprio candidato, ma attualmente non è possibile». 



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