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Porto, il Marina si appella al Consiglio di Stato. Vesprini: «Senza sospensiva scatta lo sgombero entro il 19 ottobre»

PORTO SAN GIORGIO -Sebbene, solo all'apparenza, sembra che nulla si muova sul fronte porto, ecco il sindaco Veprini fornire in Consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione del Pd, non una ma due notizie che la dicono lunga sui rapporti tra Comune e Marina, ormai definitivamente compromessi.

Il porto turistico di Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)

di Sandro Renzi

Sebbene, solo all’apparenza, sembra che nulla si muova sul fronte porto, ecco il sindaco Veprini fornire in Consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione del Pd, non una ma due notizie che la dicono lunga sui rapporti tra Comune e Marina, ormai definitivamente compromessi. La prima: la società concessionaria dell’approdo, come peraltro aveva anticipato il suo amministratore, Renato Marconi, proprio a Cronache Fermane, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la pronuncia del Tar Marche che di fatto avvalla la procedura di revoca della concessione stessa adottata dagli uffici di via Veneto oltre un anno e mezzo fa. Il ricorso è stato notificato al Comune il 13 settembre. Il Marina chiede, ovviamente, anche di sospendere gli effetti della sentenza del Tar e dunque il provvedimento di revoca, in attesa che a dire la sua sia il Consiglio di Stato. Se la sospensiva verrà concessa, il Marina continuerà a gestire il porto turistico nelle more della nuova pronuncia. «Se non verrà concessa – ha detto il sindaco Vesprini- dovremo avviare una procedura di gara ad evidenza pubblica per scegliere il nuovo gestore».

Ad oggi, però, il provvedimento di revoca è ancora pienamente efficace. Motivo per cui, la società deve adempiere alle prescrizioni, non ultima il pagamento dei canoni, e mettere in atto il necessario per rilasciare il porto. «Inoltre non può gestire le strutture o riscuotere i canoni dai sub concessionari, né stipulare nuovi contratti aventi ad oggetto le aree del porto» ha rimarcato il primo cittadino in Consiglio. Tutto contenuto in una missiva inviata il 31 luglio al Marina. Ed ecco la seconda notizia: in forza del provvedimento di decadenza della concessione la società dovrà sgomberare l’area e rilasciare la struttura entro il 19 ottobre. Sempre che non intervenga una sospensiva dall’autorità amministrativa.

Il Comune si è nel frattempo attivato per escutere la polizza fideiussoria presentata dalla società a garanzia dei canoni che non erano stati versati. «Stiamo valutando con l’Agenzia del Demanio, ente creditore dei canoni, come poter regolare i rapporti patrimoniali e giuridici con i diportisti» ha aggiunto Vesprini lasciando intendere che non vuole lasciare nulla al caso in questa intricata vicenda che interessa una delle più importanti infrastrutture della provincia. Sgombrando il campo dalle illazioni che sono circolate nei mesi scorsi, il sindaco ha pure confermato che è volontà dell’Amministrazione ricorrere ad una gara ad evidenza pubblica per individuare il nuovo gestore dell’approdo. «Abbiamo richiesto all’autorità statale l’avvio del procedimento di incameramento che costituisce il passaggio fondamentale e preliminare per la procedura di gara. Nelle more dell’espletamento di tale procedura e della gara stessa, però, il Comune sta valutando le modalità per gestire in forma provvisoria il porto attraverso le sue strutture interne o una società provvisoriamente affidataria. Ne stiamo parlando con l’Agenzia del demanio». Sindaco che ne ha approfittato per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa, respingendo le accuse che sono piombate sulla sua Amministrazione da quando si è aperto il “caso porto”. «Non stiamo facendo il nostro tornaconto, ma gli interessi della città. Lo dimostra il fatto che appena eletto ho incontrato i tecnici del Marina ed insieme a quelli del Comune  abbiamo fatto in modo di affrontare e “lavorare” le osservazioni che erano arrivate al piano del porto, che la giunta regionale avrebbe dovuto da lì a poco adottare in via definitiva. E così è stato. Non mi pare che operando in questo modo si sia voluto danneggiare la società, al contrario».

 


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