di Serena Murri
Avis di Porto San Giorgio, festa per i 70 anni dalla fondazione. E quale miglior occasione per premiare i donatori? Questa mattina in teatro le celebrazioni per il 2compleanno” della sezione sangiorgese dell’associazione, fondata nel 1954 da 20 sangiorgesi. All’appuntamento, presentato da Francesco Capodaglio, erano presenti numerose autorità cittadine e provinciali.
La presidente dell’Avis di Porto San Giorgio, Francesca Pietracci, ha ricordato: «Se oggi abbiamo la fortuna di essere qui, è grazie a chi nel 1954 ha dato vita all’Avis ed ai presidenti che mi hanno preceduta. Oggi è la festa dei donatori. Li ringrazio per la disponibilità mostrata nell’ultimo periodo, viste le chiusure del nostro centro di raccolta per mancanza di personale medico che ha costretto i nostri donatori ad andare in altri centri a donare. La giornata di oggi è il riconoscimento per i traguardi raggiunti. Vorrei ringraziare le ragazze della chiamata unica che sono preziose. Dal 5 settembre è partito il servizio civile all’Avis, da ottobre ci sarà Eugenia nell’accoglienza in ospedale. Il nostro slogan “Dai tempo al dono” serve a dire di donare un pò di noi agli altri. Anche donare il plasma, non solo il sangue, in forma gratuita e incondizionata, è un’opportunità per esprimere attenzione e dedizione verso gli altri».
«Questi 70 anni di solidarietà e di servizio alla comunità – il punto del sindaco Valerio Vesprini – rappresentano un traguardo importantissimo. Un grazie ai donatori e volontari di questa storia di altruismo. Quello del sangue è il dono della vita. Che l’Avis continui ad essere il perno della nostra città».
Come ha rimarcato il presidente della Provincia, Michele Ortenzi, «è stato raggiunto un bellissimo traguardo, punto di partenza per spingersi ancora oltre. In questi anni la donazione si è trovata in difficoltà a causa della pandemia. Stiamo superando questo momento, questa provincia ha nel volontariato uno dei suoi punti di forza. La cultura del dono volontario e disinteressato è meravigliosa. Saluto tutti i donatori di ieri e di oggi che rendono l’Avis punto di riferimento per Porto San Giorgio e per l’intera provincia».
La presidente dell’avis Provinciale, Elena Simoni ha rivolto i suoi auguri «a tutti noi volontari e un ringraziamento a tutti i donatori che dedicano il loro tempo dando una parte preziosa del loro organismo: il sangue è un elemento fondamentale della persona e può essere donato solo dalle persone, è prezioso perché salva vite umane. È importante entrare nel tessuto sociale, attraverso le sezioni, e allargare la base. Dobbiamo coinvolgere i giovani nella donazione, un piccolo gesto che fa grande la persona».
Il vicepresidente regionale Avis, Giovanni Lanciotti ha delineato il quadro delle donazioni a livello regionale: «Oggi abbiamo raggiunto l’autosufficienza di sangue (non per il plasma). Ciò significa che tutto il lavoro che i donatori fanno a Porto San Giorgio e in tutta la regione, è ottimo. A livello nazionale siamo una delle migliori regioni nel rapporto tra numero di donatori e abitanti. L’autosufficienza non è un primato, va conquistata anno dopo anno. Abbiamo fatto campagne per il plasma che non è sufficiente e dobbiamo acquistarlo fuori regione per le esigenze dei nostri malati. Per il sangue, continuiamo su questa strada e lavoriamo per mantenere questi numeri. Siamo alla ricerca spasmodica di giovani. Le medaglie di oggi significano che in tanti hanno fatto la loro encomiabile parte. Chiediamo uno sforzo in più per sensibilizzare i giovani, senza di loro non possiamo andare avanti. Dobbiamo farli innamorare del dono e della gratuità. Chiediamo ai ragazzi uno stile di vita sano. Venite a donare e riguardatevi, la vita – il messaggio di Lanciotti alle nuove generazioni – è una cosa importante, non va sprecata. Per arrivare ai ragazzi, l’esempio è chi dona in famiglia. L’autosufficienza del sangue è da conquistare giorno per giorno, donando anche in situazioni di difficoltà. Per il plasma serve un ulteriore sforzo che significa sacrificio per il tipo diverso di raccolta, rispetto al sangue. Ma dobbiamo raggiungere l’autosufficienza anche in questo caso».
In chiusura le premiazioni, suddivise in gruppi di 20 persone, le medaglie a partire dal rame, argento, oro, oro rubino (tra le 60 e le 70 donazioni), oro smeraldo (100 donazioni), oro con diamante con un’unica premiata, Renata Romagnoli e le sue 124 donazioni. Sul palco per la foto finale insieme a tutto il direttivo.
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