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Arrestato l’ex boss “Manomozza”, accusato di tentata estorsione a un imprenditore fermano

CIVITANOVA – In manette l'ex boss pugliese che avrebbe minacciato di morte un imprenditore del Fermano. All’appuntamento si è presentata la polizia. L’uomo in passato ha confessato una settantina di omicidi

Tenta di estorcere soldi a un imprenditore, arrestato ex boss della Sacra Corona unita che da molti anni vive a Civitanova.

L’uomo, di circa 70 anni, conosciuto con il soprannome di “Manomozza” è stato bloccato dalla polizia nella città costiera dopo che la vittima si era rivolta alla questura di Fermo per denunciare l’accaduto.

Secondo una prima ricostruzione l’ex boss della malavita organizzata pugliese, a cui sono stati attribuiti una settantina di omicidi, avrebbe minacciato di morte un imprenditore fermano per cercare di ottenere alcune migliaia di euro.

La polizia, però, è venuta a conoscenza della richiesta estorsiva e a quel punto è stato organizzato un incontro per la consegna del denaro. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile di Fermo. In questo modo all’incontro in cui l’ex boss avrebbe dovuto prendere i soldi dall’imprenditore, che era stato organizzato a Civitanova, si sono presentati gli agenti che lo hanno arrestato. L’uomo si trova in carcere. Le indagini sarebbero ancora in corso per comprendere se vi siano stati altri episodi di estorsione.

L’uomo, infatti, da anni dopo essersi pentito ed essere finito sotto protezione (ora però è uscito dal programma di protezione), vive a Civitanova sotto il nome che gli è stato dato come collaboratore di giustizia.

Nella città costiera ha anche aperto diversi ristoranti. Nel racconto che aveva fatto aveva parlato di un vero impero che aveva costruito all’epoca in cui era boss «Non sapevamo dove mettere i soldi, soldi sporchi di sangue».

Ha raccontato che è stato nel 1972 che è avvenuto l’episodio che gli ha segnato la vita «ero un bravo ragazzo, poi quell’anno ho perso una mano con una bomba per la pesca di frodo».

Da lì, sarebbe iniziata la sua ascesa di criminale e da lì sarebbe arrivato il soprannome che lo accompagna da una vita, Manomozza appunto. Dopo aver perso una mano, infatti Annacondia, secondo quanto raccontato da Le Iene, avrebbe perso il lavoro in un cantiere e iniziato a muovere i primi passi nel contrabbando di sigarette.

Nel 1992 aveva iniziato a collaborare con la giustizia entrando nel programma dei collaboratori e confessando una 70ina di omicidi. Ora è tornato in carcere, lo assiste l’avvocato Gabriele Cofanelli. La convalida dell’arresto è prevista per mercoledì.

 

 


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