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Il voto provinciale, chi vince e chi perde: la partita a scacchi e i nuovi assetti della politica locale

FERMO - Il caso politico è l'esclusione di Pisana Liberati, i conti non tornano in Fdi, Calcinaro e il suo capogruppo Tramannoni avanti col minimo sforzo

Sono un gioco curioso, le elezioni provinciali. Da quando la riforma Delrio ha cancellato la partecipazione popolare, lasciando ai soli sindaci e consiglieri comunali il diritto di votare, sono diventate una partita a scacchi tra addetti ai lavori, che ai cittadini interessa poco se non nulla, ma diventa un duello da leggersi tra le righe, per verificare il peso specifico dei vari esponenti politici, verificare la solidità delle maggioranze nei municipi, stringere alleanze più o meno nascoste. 

In un gioco curioso, diventa curioso anche il risultato, dove per i vincitori con uno schiacciante 8-2 «è una vittoria senza gioia», per dirla col presidente della Provincia Michele Ortenzi, e chi perde 2-8 è tutto sommato più che soddisfatto. Le prime valutazioni partono dall’affluenza, che ha tenuto, attestandosi all’82%, con 393 votanti sui 480 aventi diritto. Se si pensa ai Comuni della montagna che avevano annunciato l’ammutinamento, un risultato piuttosto alto, inferiore di appena 3 punti percentuali alle precedenti provinciali di dicembre 2021, quando si eleggeva anche il presidente. Se si guarda alla distribuzione territoriale, ben 3 consiglieri vanno a Fermo, due a Montegranaro, uno a Porto Sant’Elpidio, uno a Porto San Giorgio, uno a Monte Urano, uno a Francavilla d’Ete e uno a Pedaso. Ampiamente rappresentati quindi capoluogo e zona calzaturiera, ci sono la costa e la Valdaso, manca l’area montana.

“Provincia inclusiva”, lista di centrodestra più la coalizione civica del sindaco Paolo Calcinaro a Fermo, totalizza 301 voti per un peso ponderato pari a 68.333. “Intesa per la provincia”, quella di centrosinistra col M5S, arriva a 86 voti, ponderati 22.040. Risultato tutto sommato annunciato. Si prevedeva un 8-2 nella spartizione dei seggi, così è andata. Il centrosinistra ha conquistato i voti attesi, ha puntato forte su Manolo Bagalini, consigliere di maggioranza nell’amministrazione Calcinaro, con lui entra Riccardo Strappa da Montegranaro, figura emergente dei Giovani democratici.

Più interessante la lettura tra i vincitori. Il caso politico è l’esclusione di Pisana Liberati. Per la vicesindaca di Falerone un boccone amaro, dopo un ampio riconoscimento sul suo costante impegno nella consiliatura passata. E’ una magra consolazione essere stata ampiamente la più votata per preferenze assolute, in tutto 56. Ben 42 sono arrivate dai Comuni sotto i 3.000 abitanti, gli altri da quelli nella fascia dai 3 ai 5000 abitanti, comunque sensibilmente meno rispetto alla tornata precedente. In termini di peso ponderato, troppo poco. E’ mancato un niente per agganciare l’ultimo seggio utile, andato al consigliere fermano Massimo Tramannoni. In casa di Fratelli d’Italia non sono tornati i conti. Probabilmente ci si attendeva un risultato più rotondo della Liberati, altrimenti non sarebbe stato difficile deviare una o due preferenze “pesanti” conquistate dall’altro candidato forte di Fdi, Giorgio Marcotulli (secondo degli eletti, il primo è stato il sindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi), o qualche voto dei piccoli andato alla monturanese Eleonora Ferracuti, per fare risultato pieno.

Sorride la Lega, che primeggia, si diceva, con il sindaco di Montegranaro Endrio Ubaldi e piazza al terzo posto la sangiorgese Giulia Vagnozzi da Porto San Giorgio dove inizia a farsi sentire, anche negli equilibri e nella tenuta della maggioranza, il peso di Noi Moderati con, in testa, il consigliere regionale Marco Marinangeli, molto “vicino” ai consiglieri Emanuele Morese e Giulia Marinangeli. Oltre alle preferenze conquistate nei loro Comuni, hanno raccolto numeri preziosi nelle piccole municipalità, ben 32 voti per la Vagnozzi, che ha pescato anche un voto a Fermo città. Raggiunge il risultato Noi Moderati, che ha puntato su Mariagrazia D’Angelo. La consigliera di Pedaso si può considerare la sorpresa di queste provinciali, fanno la differenza i 6 voti nei Comuni di fascia medio-grande, conquistati tra Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio. Obiettivo centrato anche per Forza Italia, che fa eleggere Adriano Bonifazi: curiosità, è l’unico ad aver raccolto preferenze da elettori di tutte e 5 le fasce di grandezza dei Comuni.

Per la coalizione civica di Calcinaro massimo risultato col minimo sforzo. E’ entrato sul filo di lana il capogruppo di Non mi Fermo Massimo Tramannoni con l’ultimo seggio scattato. Il sindaco non ha dato una prova di forza, gli sono bastati 9 voti dai consiglieri della sua città e 14 tra i piccoli municipi. Ma alle precedenti elezioni di dicembre 2021 era entrato con meno preferenze e un margine ancor più risicato. Potrebbe cedere il testimone di vicepresidente a Giorgio Marcotulli. Insomma il voto provinciale “it’s not his cup of tea”, direbbero gli americani.

g.f.



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