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Provinciali, Massucci al vetriolo: «Umiliata una parte del territorio» Il “peso” delle prossime Regionali

VOTO L'analisi dell'ex sindaco di Monte Vidon Combatte: «Come si può pensare di affrontare le necessarie battaglie per una sanità in affanno, per una viabilità che è  ferma a promesse ancora non mantenute (Pedemontana, Mezzina, Valdaso, Valdete, Valtenna etc.) trascurando o meglio ancora umiliando parte del territorio. Spero solo che questo atteggiamento di presunzione sia stato il frutto di un mancato ragionamento sul futuro ed anche sul presente: come possiamo lamentarci di essere la provincia più trascurata perché la più piccola quando poi all’interno di essa si adotta lo stesso sistema? Forse però mi illudo, ma insieme a me tante tante altre persone, che il tempo della politica esista ancora»

«Non sembra certo un bel momento per la politica del Fermano. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, con un metodo del tutto bizzarro ed inviso da ogni parte politica, hanno decretato la spaccatura completa tra Fermo con la costa ed con i più grandi centri ed il territorio interno dei Comuni più piccoli fino alla montagna». Inizia così l’analisi politica, sulle ultime elezioni provinciali, di Gaetano Massucci, ex sindaco di Monte Vidon Combatte, uno che la Provincia, in quanto tale, l’ha vista nascere e crescere.

Per Massucci «l’esito di un 8 a 2 tra lista di centrodestra e centrosinistra è stato  scontato e giusto: scontato perché la maggior parte dei Comuni più grandi e quindi con voti “pesanti” sono in mano al centrodestra, giusto perché un presidente che prosegue il suo mandato deve poter contare sulla continuità di colore politico (quanto è assurdo questo sistema elettorale). Nel nuovo consiglio provinciale, però, non ci saranno  rappresentanti dei territori interni, solo costa e grandi Comuni. Non più un consigliere della Valtenna, Pisana Liberati non ha avuto il necessario appoggio dei grandi elettori, nessuno della Valdaso e Valdete visto che non sono stati addirittura riproposti Erica Acciarri e Diego Mandolesi come se avessero lavorato male (posso dire da ex sindaco proprio l’opposto per tutti e tre gli esclusi). Al di là delle pur legittime esigenze di spartizione politica, probabilmente legata ad una volontà di prendere la ricorsa per le prossime regionali, questa volta c’è stata una mancanza di rispetto per la auspicabile unità territoriale della provincia di Fermo. Come si può pensare di affrontare le necessarie battaglie per una sanità in affanno, per una viabilità che è  ferma a promesse ancora non mantenute (Pedemontana, Mezzina, Valdaso, Valdete, Valtenna etc.) trascurando o meglio ancora umiliando parte del territorio. Spero solo che questo atteggiamento di presunzione sia stato il frutto di un mancato ragionamento sul futuro ed anche sul presente: come possiamo lamentarci di essere la provincia più trascurata perché la più piccola quando poi all’interno di essa si adotta lo stesso sistema? Forse però mi illudo, ma insieme a me tante tante altre persone, che il tempo della politica esista ancora».

 

 



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