«Partendo dalla frustrazione di alcuni Sindaci in termini di rappresentanza ormai tutti concordiamo sul fatto che queste elezioni provinciali di secondo livello sono da revisionare, tornando così al voto diretto dei cittadini. Da ex segretario del PD ho sempre battuto la questione come tale: tutto nasce dal referendum costituzionale del 2016, sono stato sempre convinto che una volta bocciata la riforma con la vittoria dei NO anche il riordino delle province così come l’assetto istituzionale prevede non ha più alcun senso. L’attuale riforma sarebbe andata a buon fine se incastrata complessivamente con la rivisitazione diretta a modificare la seconda parte della Costituzione. Questo non è accaduto quindi giusto tornare indietro anche sulla “Del Rio”». Si apre così la nota del consigliere comunale del Pd, Paolo Nicolai, a margine delle elezioni provinciali.
«Domenica si è svolta la votazione di secondo livello anche nel nostro territorio dove i consiglieri comunali ed i sindaci sono stati chiamati a rinnovare il solo consiglio provinciale – prosegue il consigliere -. Nei due schieramenti di centro sinistra e di centro destra era già ben consolidato il risultato a favore di questi ultimi, visto il corpo elettorale fatto dai soli amministratori locali che oramai in questo territorio sono dello schieramento che fa capo al cdx in larga parte. Non mi soffermerei quindi su chi ha vinto o chi ha perso ma su alcuni dati politici nella nostra Città di Fermo. Il primo è che il sindaco della città capoluogo, oramai schierato con la destra fermana e già vice presidente della nostra provincia, candidato capolista con Fratelli d’Italia & Co ha visto un suo risultato personale in termini di numero di Sindaci ed amministratori che lo hanno indicato molto basso; ciò vuol dire che la comunità politica locale non lo riconosce come leader del territorio. Essendo il primo cittadino del capoluogo e presidente del comitato dei Sindaci lo trovo grave, soprattutto dovrebbe far riflettere sul ruolo della nostra Città nell’area vasta fermana. Il secondo dato è che a Fermo una parte dell’attuale maggioranza ha scelto di non seguire Calcinaro e di candidarsi con il centrosinistra. Non per un tatticismo di rappresentanza, come qualcuno vuol fare credere, ma proprio perché a discapito del tanto sbandierato civismo la politica sta emergendo con forza e l’appartenenza valoriale al campo di riferimento anche. Personalmente credo che questo sia un bene. Tanto che “Fermo la Città che Vogliamo” con Manolo Bagalini hanno voluto essere delle partita rimarcando dopo anni la loro differenza di vedute e posizione. Del tutto legittime. Questo ci porta al terzo dato e quello che più interessa la mia parte politica, queste elezioni provinciali se vogliamo non hanno portato grandi sorprese in termini di risultati, ma hanno delineato una nuova prospettiva di lavoro nel centro sinistra fermano, ci sono i presupposti per iniziare a costruire nel capoluogo un progetto ampiamente inclusivo. E su questo dovranno impegnarsi tutte le forze politiche di riferimento».
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