PORTO SANT’ELPIDIO – E’ proprio il caso di dirlo: Stefano Tacconi è ormai un volto noto della riviera fermana.
Dopo la recente visita del portiere juventino a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 avvenuta lo scorso 20 luglio in zona (vedi l’articolo sotto correlato), nel fine settimana alle spalle l’ex numero uno della compagine bianconera torinese è tornato in città, per una visita agli amici di sempre, munito del libro “L’arte di parare. Trovare il coraggio di affrontare i tiri della vita”, a firma proprio di Stefano Tacconi.
Insieme a Nazzareno Romagnoli e Paolo Paoloni, bianconeri doc, il portierone che fu, in netta ripresa da un’ischemia celebrale patita due anni fa, ha cenato in un noto locale cittadino nella serata di domenica in compagnia, tra gli altri, dell’assessore comunale allo sport Enzo Farina. Dapprima, un aperitivo consumato nel centro maceratese di Corridonia. Una sorta di “toccata e fuga” nelle due provincie confinanti prima di virare, il giorno seguente, dunque lunedì, nella nativa Umbria, precisamente nel Comune di Preci, dove si è intrattenuto a pranzo con il relativo sindaco e tanti tifosi juventini.
Come sempre, al tavolo rivierasco, Stefano Tacconi non ha risparmiato aneddoti e curiosità agganciate allo sport di una volta, dimostrandosi disponibile a confrontarsi con gli appassionati di quel calcio romantico che non c’è più, ma che ricorda i migliori anni dell’Italia del pallone. Un incontro che si è trasformato, ancora una volta, in vero amarcord e che rievoca i fasti di una disciplina meno tecnologica ma più genuina, quando i portieri della scuola nazionale dovevano difendersi dalle bordate di attaccanti, spesso anche Made in Italy, che facevano paura al mondo intero.
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