Provinciali, Fortuna e Ciccola (Rc) al vetriolo sull’operazione Bagalini, stilettata al Pd
POLITICA Alessandro Fortuna, responsabile provinciale di Rifondazione Comunista del Fermano, e Michele Ciccola, consigliere comunale a Grottazzolina: «La candidatura di Bagalini, attuale consigliere di maggioranza di Calcinaro, all’interno della lista del centrosinistra, evidenzia una totale assenza di rispetto innanzitutto per i cittadini, poiché operazioni del genere sono possibili solo quando non ci si deve confrontare con il voto popolare. Si rafforza invece il forte sospetto che nel Pd, pur cambiando le segreterie, non cambia l’idea che l’unica cosa che conti è vincere “costi quel che costi”»
«Le dichiarazioni post elezioni provinciali si caratterizzano per il fatto che hanno tutte la stessa premessa: la legge, non consentendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti, va cambiata. “Inaccettabile”, “odiosa”, “insensata”, sono solo alcune delle definizioni che abbiamo ascoltato eppure, nulla è stato fatto dalla politica per dare un’immagine di maggiore serietà a queste elezioni provinciali. E’ finita 8 a 2 per il centrodestra (o forse 9 a 1), ma il risultato passa in secondo piano di fronte al metodo che ha caratterizzato la composizione delle liste: un metodo che si riduce ad una lotta di potere tra pochi, nel quale nessuno chiede conto ai candidati delle cose fatte e non fatte, e con mini-pacchetti di voti da orientare slegati da un confronto serio con il territorio». Inizia così, con queste parole, l’analisi del voto di Alessandro Fortuna, responsabile provinciale di Rifondazione Comunista del Fermano, e di Michele Ciccola, consigliere comunale a Grottazzolina.
«Il nostro partito ha vissuto queste elezioni da spettatore, come tutti i cittadini del resto, avendo come unico rappresentante istituzionale il capogruppo di opposizione nel comune di Grottazzolina. Non entriamo nel merito delle scelte del centrodestra, essendo un campo politico che non ci appartiene e mai ci apparterrà; riteniamo invece di dover esprimere la nostra opinione sulle scelte del centrosinistra, visto che ci coinvolgono più o meno direttamente, alla luce delle convergenze politiche ed elettorali che si concretizzano per determinate elezioni e temi sociali. L’aspetto che più inquieta è la facilità con cui le elezioni provinciali siano state “piegate” agli interessi delle prossime elezioni comunali di Fermo. La candidatura di Bagalini, attuale consigliere di maggioranza di Calcinaro, all’interno della lista del centrosinistra, evidenzia una totale assenza di rispetto innanzitutto per i cittadini, poiché operazioni del genere sono possibili solo quando non ci si deve confrontare con il voto popolare, e poi per tutti i consiglieri che si collocano in maniera trasparente nel centrosinistra e che hanno vissuto questa operazione da spettatori inermi. Sono queste operazioni ad allontanare le forze progressiste dalla dimensione del reale e, a forza di rincorrere le destre nel merito e nel metodo, abbiamo consegnato ad esse quasi tutto il territorio provinciale. A conti fatti, la città di Fermo avrà in consiglio provinciale tre consiglieri comunali tutti appartenenti a quella maggioranza a cui il centrosinistra si oppone da nove anni. Il gruppo comunale di Bagalini, non a caso, ha già dichiarato che la sua elezione nel centrosinistra non cambierà nulla all’interno della maggioranza di Calcinaro: tutto ciò non ci stupisce, conoscendo l’opportunismo politico di certi “civismi”, ma si rafforza invece il forte sospetto che nel Pd, pur cambiando le segreterie, non cambia l’idea che l’unica cosa che conti è vincere “costi quel che costi”. Su questa idea è stato riunito il centrosinistra? E gli altri partiti della coalizione, dal Movimento 5 Stelle a Sinistra Italiana, hanno accettato di buon grado scelte evidentemente contrarie anche ai loro principi politici? All’interno di questo desolante panorama, riteniamo che l’unica nota positiva sia l’elezione di Riccardo Strappa, che ha condotto una campagna elettorale attenta e leale e che sarà certamente un punto di riferimento istituzionale per tutti noi».