«Gli volevo un bene dell’anima, mi sento come se avessi perso un secondo padre» così Gianna Renzi, sua carissima amica, racconta Aroldo Brenno Tofoni, per tutti “l’architetto”, scomparso questa mattina all’età di 90 anni. «Era una persona speciale – continua Gianna Renzi con la voce spezzata dal dolore – aperta, colta, intelligente. Con lui potevi piangere, scherzare, potevi raccontargli quello che sentivi, senza il timore di sentirti giudicata, mai».
«Ho sempre pensato che Tofoni non fosse appartenuto ai comuni mortali. La sua vitalità, il suo saper fare sono stati i più grandi valori che hanno fatto di lui un vero artista – il ricordo dell’imprenditore Lanfranco Beleggia che con Brenno Tofoni ha condiviso e portato a termine moltissimi progetti – L’ho conosciuto settantenne, un uomo con la testa e l’entusiasmo di un trentenne. Rimasto tale fino a 90 anni. Malgrado, come me, non avesse mai usato un computer o altri strumenti tecnologici, sapeva ancora essere innovativo e sorprendente. Personalmente ho lavorato con lui più di vent’anni e in tutto ciò che abbiamo realizzato fino ad oggi non riesco a trovare il minimo errore. Una mia frase ricorrente che sentono in molti è: “Le cose fatte bene si possono fare meglio” ma con lui questo messaggio non è mai servito. Non posso che ringraziarlo per tutti i progetti bellissimi che ha portato a termine con me. Resterà sempre nei miei ricordi.».
Nato a Roma, vissuto Fermo, a vent’anni si trasferisce a Parigi dove frequenta per un breve periodo una scuola di disegno, per iniziare subito la pratica nello studio di Elio Quintili. Aroldo Brenno Tofoni trascorre diversi anni nella “Ville Lumière” dove dal suo maestro impara tecniche e abilità che poi userà lungo tutta la sua lunghissima carriera.
Non smette mai di progettare e creare. «Le idee sono tante – amava dichiarava lui stesso – gli anni da vivere sempre meno, quindi devo affrettarmi a realizzarle».
Un talento raro, di quelli straordinari, quello di cui era dotato Tofoni che ci teneva a precisare che non era laureato in architettura (era però uno stimatissimo interior designer). Molte le meraviglie nate dalla sua mano, tantissime le collaborazioni anche importanti. Per lui tutto partiva da un disegno a mano libera, da cui poi sviluppare giochi di armonie e proporzioni che creavano stupendi insiemi di stile e gusto. Una propensione artistica trasmessa anche alla figlia Sophie.
Tanti gli amici nei cui cuori lascia un segno indelebile della sua personalità. Molti di loro sono stati felici di festeggiare con lui, nel maggio di quest’anno, l’importante compleanno raggiunto, quello dei 90 anni. Un regalo solo chiesto da Tofoni in occasione dei festeggiamenti a Palazzo Vinci a Fermo: una rosa rossa, il suo fiore preferito.
Domani pomeriggio alle 17 il corteo funebre muoverà dalla casa funeraria Cifani di Fermo alla volta del cimitero di Porto San Giorgio dove la salma riposerà.
Antonietta Vitali
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati