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Porto, udienza a gennaio per la revoca. Marconi: «Sempre disponibili ad un accordo»

PORTO SAN GIORGIO - Il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso della società Marina solo a gennaio, ma nel merito. E' quanto emerso oggi nell'udienza cautelare, dopo che a metà settembre il gestore del porto aveva fatto appello contro la sentenza del Tar di Ancona che di fatto avvalla la decisione del Comune rivierasco di revocare la concessione dell'approdo alla società guidata dall'Ad Renato Marconi.

Il porto turistico di Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)

di Sandro Renzi

Il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso della società Marina solo a gennaio, ma nel merito. E’ quanto emerso oggi nell’udienza cautelare, dopo che a metà settembre il gestore del porto aveva fatto appello contro la sentenza del Tar di Ancona che di fatto avvalla la decisione del Comune rivierasco di revocare la concessione dell’approdo alla società guidata dall’Ad Renato Marconi. Bisognerà attendere quindi altri quattro mesi, presumibilmente, prima che la magistratura amministrativa stabilisca quale sarà il futuro del porto sangiorgese sul quale incombe anche un provvedimento di sgombero notificato alla società oltre un mese fa, proprio in forza della pronuncia del tribunale amministrativo dorico, e fissato al 19 ottobre ma oggetto, ugualmente, di ricorso da parte della società. Sulla sospensiva, però, non ci sarebbe stata alcuna pronuncia. «Si è optato per attendere la sentenza nel merito -ha confermato lo stesso Marconi- forse a febbraio sapremo qualcosa, ma siamo fiduciosi sull’esito dell’udienza dopo i dibattimenti che ci sono stati nelle passate udienze, anche di primo grado».

In ballo c’è anche l’altra causa intentata dal Marina contro il Comune per un risarcimento danni milionario richiesto per la mancata attuazione degli investimenti da parte dei privati e conseguente alla non approvazione del piano regolatore portuale fino al 2022. Richiesti oltre 40 milioni di euro. Ma al netto della “guerra giudiziaria” come la definisce lo stesso Marconi  «la soluzione migliore resta quella di trovare un accordo con gli enti interessati, ribadisco che siamo sempre disponibili ad ascoltare ed ovviamente a parlare».

 


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