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“Ferrovia e autostrada: quale futuro?” Prospettive dall’Europa secondo e Ciccioli (FdI) e Ricci (Pd)

PORTO SAN GIORGIO - L'incontro organizzato ieri al teatro di Porto San Giorgio dalla Fondazione San Giacomo della Marca sulle nuove prospettive, appunto, su ferrovie e autostrada. Il confronto è stato moderato dal giornalista Andrea Taffi, e sono intervenuti anche gli europarlamentari Matteo Ricci (Pd), vicepresidente della Commission Trasporti del Parlamento europeo, secondo il quale serve una visione supportata dalle priorità. e Carlo Ciccioli (FdI),membro della stessa Commissione, che sul tema infrastrutture punta sulle risorse. Con loro, sul palco anche il presidente della fondazione, Massimo Valentini, e il presidente Istao, Mario Baldassarri. In apertura il saluto del sindaco Valerio Vesprini.

di Serena Murri

“Ferrovia e autostrada: quale futuro?” Questo il titolo dell’incontro pubblico, organizzato ieri al teatro di Porto San Giorgio dalla Fondazione San Giacomo della Marca sulle nuove prospettive, appunto, su ferrovie e autostrada. Il confronto è stato moderato dal giornalista Andrea Taffi, e sono intervenuti anche gli europarlamentari Matteo Ricci (Pd), vicepresidente della Commission Trasporti del Parlamento europeo, secondo il quale serve una visione supportata dalle priorità. e Carlo Ciccioli (FdI),membro della stessa Commissione, che sul tema infrastrutture punta sulle risorse. Con loro, sul palco anche il presidente della fondazione, Massimo Valentini, e il presidente Istao, Mario Baldassarri. In apertura il saluto del sindaco Valerio Vesprini.

Massimo Valentini ha introdotto le ragioni dell’incontro: «Oggi parlare d’infrastrutture non è facile visto l’impatto importante sulla comunità. Due gli studi, uno sul tema dell’alta velocità e uno su un libro dell’Aspii che testimonia lo sviluppo dei centri urbani, dove sono cresciuti i caselli autostradali. Si è mosso qualcosa, l’attuale governo ha promosso lo studio di fattibilità per l’arretramento ferroviario e nei prossimi mesi si attende la presentazione del primo progetto di fattibilità dell’arretramento ferroviario. Abbiamo bisogno dell’alta velocità e l’hub ideale, per le Marche, è Ancona».

Il presidente dell’Istao, Mario Baldassarri, al quale va il merito della Quadrilatero che ora è realtà, ha illustrato la sua visione: «Il progetto della terza corsia era stato finanziato fino a Pedaso ma poi a Fermo e Porto San Giorgio furono tutti contrari, la società brindò per il risparmio e la fece fermare a Porto Sant’Elpidio. Ora infatti continuano a dire che il progetto c’è già perché si tratta, in realtà, di quello vecchio». Poi è passato al suo progetto dicendo che «per le Marche servono 5 mosse urgenti, da deliberare. Poi si discute di soldi e di tempi. Il mio è un progetto di 20 anni, da fare in 5 mosse, le due sul ferro sono la Bologna-Bari su ferrovia ad alta velocità trasformando l’attuale ferrovia in metropolitana di superficie. Tre le mosse su gomma, con la Fano-Grosseto, il triangolo Marche-Abruzzo, la Fabriano-Muccia e il Triangolo Marche-Abruzzo dove manca solo la bretella autostradale che va su Fermo Ascoli Teramo (se ne parla da 50 anni)». Ha chiuso con i numeri «servono in totale 98 chilometri di autostrada per un tracciato nuovo da fare in mezzo alla campagna dove non si blocchi il traffico per fare i lavori. I miei 5 progetti richiedono un totale di 21 miliardi e mezzo».

L’Italia a est «è sempre stata penalizzata – è intervenuto Carlo Ciccioli – I progetti camminano sempre con le gambe degli uomini. L’Italia in Europa, per qualche decennio, è stata irrilevante. Ora ha un nuovo ruolo, senza risorse europee le cose non vanno avanti. Il corridoio adriatico non è stato finanziato come il tirrenico. Io punto sugli accordi di Raffaele Fitto che ha 1000 miliardi di portafoglio di fondi di coesione dell’Europa e 150 miliardi di fondi Pnrr. Se afferriamo il gatto per la coda, in quel serbatoio forse i 21 miliardi di Baldassarri li troviamo. Con quel presupposto, i trasporti volano. Se non riusciamo ad afferrare questi anni di progettualità europea, sarebbero corridoi difficili. Io credo molto nel corridoio balcanico-adriatico. Dobbiamo ritrovare centralità politica, avere un peso adriatico e mettere queste cose nei finanziamenti europei, non sarebbero più un sogno ma cose giuste».

Infine Matteo Ricci, ha fatto notare che «dopo il Covid l’Europa ha cambiato politica economica. L’Italia ha 200 miliardi del Pnrr grazie all’Europa e 80 miliardi d’investimenti sulla rete ferroviaria dal Pnrr, fondi per i quali ,- riferendosi a Ciccioli – la sua parte politica ha votato contro. La Von Der Leyen ha parlato di un fondo ma non sappiamo ancora come verrà finanziato. Tutta Europa ha 20 miliardi per il trasporto europeo. Senza un piano d’investimento straordinario, non ce la possiamo fare» ha detto Ricci. Resta da chiarire «se il Parlamento Europeo porterà avanti questa politica di investimenti pubblici straordinari – ha ribadito Ricci – e se il governo nazionale li sosterrà». Poi Ricci ha continuato sostenendo che «la tratta ferroviaria più in difficoltà è quella adriatica e rischiamo di perdere traffico su rotaie se si arriverà prima in Puglia passando dal Tirreno. Qui 5 miliardi sono stati distribuiti fra regioni. Ora, Salvini pare voglia provare a progettare l’alta velocità, la nuova tratta da Bologna costa 85 miliardi. La Regione deve avere un disegno con all’interno delle priorità. Dobbiamo recuperare l’handicap progettuale e sul tema ferroviario Salvini vuole e deve essere credibile». Secondo Ricci, «strada e ferro devono stare insieme. Ma la ferrovia non può essere troppo interna rispetto ai centri abitati. Chi deve decidere è la Regione. O arretrare o terza corsia. Servono idee chiare e nel frattempo capire dove reperire i soldi. La Regione Marche deve avere risorse adeguate per il potenziamento della ferrovia. Senza progetti chiari, non arriva un euro».



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