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Ad Ancona si discute di caccia al cinghiale: primo passo della Regione, il Pd: «Necessari ulteriori interventi»

ASCOLI - Dopo l’interrogazione presentata dai dem, la protesta dei cacciatori del Piceno è stata discussa nella seduta odierna del Consiglio regionale. L’assessore Antonini apre alle ispezioni gratuite per le corate, la replica di Anna Casini

 

di Federico Ameli

 

Nella seduta di ieri del Consiglio regionale c’è spazio anche per il Piceno e, in particolare, per la protesta che da ormai due settimane vede i circa 1.000 appassionati di caccia al cinghiale attivi in provincia ben lontani dai boschi, in attesa di novità da Ancona.

L’aula di Palazzo Raffaello durante l’intervento dell’assessore Antonini

 

Come noto, i cacciatori locali hanno manifestato a più riprese le proprie perplessità su una stagione di caccia prorogata di un ulteriore mese rispetto ai tradizionali tre e, in particolare, sull’aumento dei costi da sostenere per la caccia al cinghiale in forma collettiva.

 

Nel frattempo, una delegazione di consiglieri in quota Pd, capitanata dalla capogruppo dem in Consiglio Anna Casini, ha sottoposto all’attenzione della giunta e del presidente Francesco Acquaroli un’interrogazione discussa proprio questa mattina dall’assessore delegato Andrea Maria Antonini.

 

La principale novità riguarda la volontà della Regione di azzerare le tariffe per le ispezioni sanitarie e le analisi di laboratorio a cui gli animali abbattuti devono essere sottoposti. Una prima buona notizia per i cacciatori del Piceno, che tuttavia ad oggi restano fermi sulle proprie posizioni, nella consapevolezza di giocare un ruolo decisivo nell’abbattimento di circa 1.500 cinghiali all’anno, in un momento storico in cui la presenza massiccia degli ungulati desta molta preoccupazione tra agricoltori e automobilisti.

La replica di Anna Casini

 

«Le pubbliche amministrazioni parlano per atti, quindi è bene che gli assessori alla Caccia e alla Sanità provvedano immediatamente a mettere in atto quanto promesso e ottenuto grazie all’atto ispettivo del Partito Democratico – commenta Anna Casini, prima firmataria dell’interrogazione – Anche l’assessore alla Caccia ha ammesso che con il decreto Agricoltura del governo Meloni c’è la possibilità di un aggravio di costi per i cacciatori.

 

In attesa di vedere gli atti, è bene che si metta mano alle norme affinché l’attività venatoria nella Regione Marche non diventi una corsa ad ostacoli. Basti pensare all’aumento del periodo di caccia: non sarebbe stato più utile prorogare la chiusura anziché anticipare l’apertura, visto che i boschi sono molto frequentati in questi periodi?

 

L’auspicio è di introdurre azioni specifiche e una modifica del regolamento sulla disciplina per la gestione degli ungulati, ad esempio con l’introduzione della figura del cacciatore formato».

 

 


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