«Purtroppo non mi sorprende che nel monitoraggio svolto dall’Ars sui tempi delle liste di attesa, Fermo faccia registrare il peggior risultato tra le cinque province marchigiane. E ciò, nonostante lo straordinario impegno del personale sanitario. Proprio ieri, sui gravi ritardi riguardanti l’erogazione delle prestazioni nel nostro territorio, avevo depositato un’interrogazione alla giunta regionale, a seguito di una segnalazione pervenutami da un cittadino di Fermo, per sapere se sia vero che per una risonanza alle ginocchia non solo non c’è posto nel breve termine, ma che addirittura non esiste neanche una lista a lungo termine». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti.
«Sono quattro anni – continua il consigliere del Pd – che denunciamo come la politica sanitaria del centrodestra abbia gravemente penalizzato la sanità fermana. Oggi i dati dell’Ars certificano la veridicità delle nostre critiche, serie e argomentate, a cui spesso abbiamo allegato proposte che forse, se fossero state accolte, avrebbero almeno in parte mitigato l’impatto negativo di tante scelte sbagliate. Tra queste, non ci stancheremo mai di dirlo, spicca la riorganizzazione del sistema sanitario con l’abolizione dell’Asur e la costituzione di cinque Aziende sanitarie territoriali, oltre a scatenare guerre di potere per la loro direzione, ha paralizzato per oltre due anni ogni attività di pianificazione e programmazione. Anche qui il caso fermano ne è una drammatica prova: chi non ricorda, infatti, l’indecoroso valzer di direttori sanitari alla guida dell’Area vasta prima e dell’Ast poi?».
«È difficile immaginare – conclude Cesetti – che con questo centrodestra le cose possano cambiare. Tanto meno a Fermo, territorio in cui, dati alla mano, le azioni messe in campo fino a oggi per risolvere le problematiche delle liste di attesa non sono state sufficienti né efficaci. Ormai molti cittadini sono costretti a rivolgersi a strutture sanitarie fuori regione o addirittura, per coloro che se lo possono permettere, a case di cura private, accollandosi l’intero costo delle prestazioni. Ma accade anche che, sempre più frequentemente, data l’impossibilità di accedere al Servizio sanitario regionale a causa dei lunghi tempi di attesa, del disagio di dover raggiungere strutture lontane dalla propria residenza o per motivi economici, molte persone, soprattutto anziani o appartenenti alle fasce sociali più deboli, rinuncino persino alle cure. Pure in questo caso i numeri che emergono dal 7° Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale sono impietosi. Risulta infatti che questo fenomeno sia in grande ascesa nelle Marche, dove la percentuale delle famiglie costrette a privarsi delle cure raggiunge il 9,7% contro il 7,6% della media nazionale. Un dato che, vista la drammatica situazione delle liste di attesa nel Fermano, rischia di avere un’incidenza ancora maggiore nel nostro territorio».
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