«È un problema endemico. Una criticità che nel mondo occidentale è in aumento. L’Italia per quanto riguarda i bambini, specialmente, registra dei numeri che sono catastrofici rispetto alla media europea e questo è un problema, perché l’obesità predispone a un sacco di altre malattie, accorcia la lunghezza della vita e ne compromette la qualità». Con queste parole Chiara Suzzi, chirurga pediatrica, accompagnata dalla nutrizionista Cristina Mariani, è intervenuta ai microfoni di Radio Fm1. Le due specialiste, che collaborano con l’Istituto Medico Palmatea, hanno trattato il delicato tema dell’obesità, spiegando i gravi rischi per la salute che ne conseguono.
«La primissima parte del nostro lavoro – ha chiarito la dottoressa Suzzi – è quella di eliminare i pregiudizi: bisogna capire che non si parla di un vizio, né di pigrizia ma di una patologia. Ci stiamo occupando di una malattia, così definita dalla comunità europea nel 2021, e come tale va trattata».
L’alimentazione, a tal proposito, come spiegato successivamente dalla nutrizionista Mariani, è il primo elemento da considerare; tuttavia, «non dobbiamo dimenticare che si tratta sempre di un insieme di fattori: stile di vita, sedentarietà, predisposizione, alimentazione e via dicendo. Si può arrivare ad un punto, però, in cui la questione non è più affrontabile solo sotto l’aspetto alimentare. L’altra soluzione è quella di ricorrere alla chirurgia bariatrica che si occupa dell’obesità».
L’obesità, definita come BMI, – un parametro che viene usato per stimare l’entità del peso corporeo – si attesta quando si possiede un valore oltre i 30 e ci sono varie categorie. «La questione non è semplice – ha spiegato ancora la stessa Mariani –, spesso i nostri pazienti vengono da storie di diete ed esercizio fisico estremo e dovendo trattare l’obesità come una malattia possiamo dire che ci sono anche dei farmaci, anche molto efficaci, iniettivi, che però hanno un costo che persone non possono sostenere ed effetti collaterali non facili da sopportare».
Per quanto riguarda l’alimentazione però ci sono dei piccoli consigli che si possono dare. Come ha sottolineato la specialista, nel nostro piccolo ciò che possiamo fare è «alzarci da tavola senza strafare, senza sentire la necessità di terminare quello che è sul piatto, ma semplicemente con la gratificazione che abbiamo mangiato ciò che ci serve. Inoltre, anche ricorrere frequentemente a cibi processati e piatti pronti compromette l’organismo. Possiamo poi anche sforzarci di essere meno sedentari. C’è infine anche una componente psicologica da non trascurare, quella per cui mangiare diventa lo sfogo per questioni di altra natura».
Ma al di là di questo è chiaro che il percorso è complesso e che, sebbene queste siano indicazioni importanti, non sono sufficienti per la cura di una malattia vera e propria. «A tal proposito – ha aggiunto – bisogna fare un ragionamento con il paziente e trovare quel piano alimentare che, come un vestito cucito da un sarto, calzi a pennello con lui e con le sue esigenze».
La parte nutrizionale è sicuramente fondamentale, ma può essere spesso accompagnata da un approccio diverso, ovvero quello della chirurgia bariatrica. «Si può parlare di un intervento che può essere una sleeve gastrectomy, quindi, una riduzione dello stomaco, oppure un bypass gastrico, che è associato a un ridotto assorbimento intestinale – ha spiegato la dottoressa Suzzi – Queste operazioni possono essere il punto di partenza per un percorso di benessere più lungo. Quando necessario – ha proseguito la chirurga – si parte da uno studio pre-operatorio, in cui si valuta la candidabilità del paziente. L’intervento in convenzione può essere a carico del sistema sanitario nazionale e ci sono criteri stretti da rispettare. Dopo questo percorso, e dopo la presa in carico di uno psicologo e di un nutrizionista, si arriva al giorno dell’intervento. Si tratta di un intervento importante da svolgere in anestesia generale, che prevede un ricovero di tre giorni, e c’è un periodo successivo, della durata di un mese, delicato, in cui il rischio che si verifichino alcune complicanze deve essere azzerato. Si tratta di procedure importanti ma che sono estremamente efficaci».
L’obesità è dunque una malattia, a tutti gli effetti, da non sottovalutare, soprattutto per gli altri squilibri e patologie che può innescare a propria volta, come il diabete, l’ipertensione, le problematiche del sonno connesse ad apnee notturne, i dolori alle articolazioni e l’aumento della fibromialgia nella donna. Le dottoresse intervistate fanno parte di un’equipe più grande che è presente in diversi ambulatori d’Italia. Per quanto riguarda la nostra provincia rivolgersi all’Istituto Medico Palmatea in Contrada Marina Palmense n.97, Fermo.
Per info e prenotazioni: www.palmatea.it
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