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Il fiato dei partiti sul collo del civismo fermano

FERMO - Le manovre e i confronti della politica fermana dopo l'ingresso di Rocchi in FdI. Partiti e simboli in vista delle elezioni comunali

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di Giorgio Fedeli

Luigi Rocchi in Fratelli d’Italia. Per gli ambienti della politica fermana certo non un fulmine a ciel sereno, d’altronde il consigliere comunale non ha mai nascosto le sue simpatie per i meloniani. Ma il suo tesseramento riaccende i riflettori sul rapporto, da sempre “turbolento” tra partiti e civismo, a Fermo. Il consigliere, infatti, è uno dei nomi di spicco di Piazza Pulita, la lista “regina” del sindaco Paolo Calcinaro, portabandiera di un civismo che, a questo punto, se non compromesso, quantomeno è miscelato da un partitismo nemmeno poi così latente con cui i prossimi candidati alle elezioni comunali 2026 dovranno giocoforza fare i conti.

Quello di Luigi Rocchi è solo l’ultimo dei nomi al centro del dibattito politico fermano. C’è chi, in maggioranza, ricorda le simpatie anche di Mauro Torresi per i meloniani o la vicinanza di Alessandro Bargoni ad Azione. Il partito di Calenda, seppur non ascrivibile direttamente alla coalizione di centrodestra, nel Fermano viene accostato proprio a quell’area politica (vedasi l’esperienza in Provincia o quella di Monte Urano). L’altro consigliere comunale Gianluca Tulli non è certo distante dal centrodestra. E da una parte e dall’altra rispunta ciclicamente il refrain del primo cittadino candidato, per la seconda volta in altrettante elezioni, con la lista di centrodestra alle Provinciali. Insomma tutto lascerebbe pensare che per la scelta del prossimo candidato sindaco, Calcinaro dovrà sedersi al tavolo con i partiti di centrodestra. E non è affatto peregrina l’ipotesi di un asse civici-partiti con questi ultimi a correre con i propri simboli (fatto non scontato per la città capoluogo di provincia).

A corroborare il tutto c’è anche l’operazione “Bagalini” con il consigliere comunale di maggioranza che, alle provinciali, si è candidato con la lista a trazione Pd, venendo anche eletto. Bagalini fa parte della lista “La città che vogliamo” in cui spicca il nome del presidente del consiglio comunale Francesco Trasatti. E potrebbe essere proprio lui il candidato sindaco del centrosinistra da contrapporre al nome dell’erede di Calcinaro che fa sempre più rima con  quello dell’assessore Alberto Maria Scarfini. Un risiko politico su cui potrebbero essere determinanti le reazioni, le collocazioni e le scelte degli assessori Mauro Torresi, Alessandro Ciarrocchi (due a cui non dispiacerebbe una candidatura a sindaco) e Micol Lanzidei, anche lei della lista “La città che vogliamo”.

g.f.


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