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Ast, la Rsu chiede «rassicurazioni sui contratti a tempo determinato»

FERMO - «In assenza di rassicurazioni concrete sul mantenimento degli attuali dipendenti, la delegazione sindacale  si riserva di valutare azioni per richiamare l'attenzione della Direzione e della Regione sulla sanità  pubblica del Fermano»

«Criticità legate al rinnovo dei contratti a tempo determinato e alla carenza di personale in Ast Fermo». E’ questo l’oggetto della missiva che la Rsu dell’Ast di Fermo, per mano del suo coordinatore Giuseppe Donati, ha inviato questa mattina al direttore generale Roberto Grinta, all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, così come al direttore del dipartimento Salute, Antonio Draisci, al presidente della conferenza dei sindaci, Paolo Calcinaro, e ai consiglieri regionali Jessica Marcozzi, Marco Marinangeli e Andrea Putzu.

La Rsu, di fatto, annuncia che «in assenza di rassicurazioni concrete sul mantenimento degli attuali dipendenti, la delegazione sindacale  si riserva di valutare azioni per richiamare l’attenzione della direzione e della Regione sulla sanità  pubblica del Fermano».  

«L’assemblea dei componenti Rsu della Ast Fermo ed i rappresentanti delle segreterie sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursind e Nursing Up, esprimono profonda preoccupazione per la scadenza, prevista a fine ottobre, di numerosi contratti a tempo determinato dei dipendenti dell’Azienda Sanitaria Territoriale.  Questi professionisti in scadenza – si legge nella nota – sono essenziali per il mantenimento di standard quali-quantitativi  accettabili. Il loro mancato rinnovo comprometterebbe l’organizzazione e la programmazione del lavoro con nocumento all’assistenza fornita agli utenti e alla qualità dei servizi resi. La proposta di mini rinnovo dei contratti fino al 31 dicembre 2024, come paventata dalla Direzione, risulterebbe insufficiente, considerando le nuove attivazioni di reparti e servizi avvenute durante l’estate  e le già preesistenti carenze d’organico mai risolte. Tra i contratti in scadenza a fine ottobre, ci sono anche 45 unità di infermieri e Oss, figure difficilmente  reperibili sul mercato in tempi brevi, che se non prorogati, creerebbero un vuoto nei turni assistenziali  per un periodo non sopportabile dall’organizzazione. Verrebbe meno anche la dovuta conciliazione dei  tempi di vita-lavoro del personale restante con negazione di diritti contrattuali quali riposi, ferie e  congedi, aggravando ancor più il clima interno ai reparti già ampiamente compromesso da ritmi di lavoro e turni pesantissimi. È importante sottolineare altresì, che il concorso unificato regionale per Oss non si è ancora concluso  quindi non è al momento fruibile la graduatoria finale per chiamare eventuali sostituzioni di tali figure, che impiegherebbero comunque mesi per arrivare. Inoltre, la Ast Fermo non ha stilato gran parte delle  graduatorie per la mobilità esterna, altro strumento potenzialmente utilizzabile per reclutare  professionisti e operatori ma che necessita di tempi tecnici medio-lunghi per ottenere, sempre che  vengano concessi, i nulla osta delle Aziende di provenienza. Perdere professionisti formati e già inseriti  nei contesti lavorativi quindi, senza certezze sui tempi e modi di sostituzione, ridurrebbe ulteriormente  la qualità dei servizi offerti agli utenti e ai pazienti ricoverati nelle unità operative ospedaliere e  residenziali». 

«Il mantenimento delle attuali risorse umane presenti in Ast – aggiungono, nella nota, dalla Rsu – anche successivamente al 31 dicembre 2024, è  fondamentale per evitare gravi ripercussioni sulla qualità assistenziale erogata a pazienti ed utenti.  Quest’ultima è già insidiata, nonostante l’enorme impegno dei dipendenti, dalla cronica carenza di  personale in Ast Fermo e dalle inaccettabili differenze numeriche, più volte denunciate dalla  parte sindacale, tra gli organici di Aziende della stessa Regione. Il mancato rinnovo dei contratti a tempo  determinato per un periodo accettabile, inoltre, potrebbe portare a un ulteriore ridimensionamento  dell’offerta di servizi e ad un aumento delle liste d’attesa, vera piaga sociale della nostra sanità. La parte sindacale chiede pertanto, grande responsabilità per garantire la salvaguardia della sanità pubblica fermana ed un equo trattamento del nostro territorio rispetto alle altre realtà provinciali  delle Marche. Andrebbero messi in atto, in questo momento di particolare cambiamento e di  riorganizzazione a seguito degli atti aziendali, processi di riequilibrio di risorse economiche ed umane  per sopperire a gap storici consolidati nel tempo ma non più accettabile dal fermano. La Rsu e le segreterie, con grande senso di responsabilità e collaborazione più volte dimostrati, richiedono un incontro urgentissimo e a breve scadenza con tutti i destinatari (della lettera) per discutere più approfonditamente le criticità sollevate e  possibili soluzioni, prima tra tutte, il rinnovo certo dei contratti in scadenza per un periodo medio – lungo, condizione imprescindibile per avere il tempo di programmare modalità di copertura dei posti in modo  stabile senza tempi di latenza non sopportabili dall’organizzazione e dall’assistenza. In assenza di rassicurazioni concrete sul mantenimento degli attuali dipendenti, la delegazione sindacale  si riserva di valutare azioni per richiamare l’attenzione della Direzione e della Regione sulla sanità  pubblica del Fermano».  

 


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