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Contrada San Giovanni, Maurizi non ci sta: «Nessuno metta in discussione l’operato dell’amministrazione»

SANT'ELPIDIO A MARE - L'ex assessore: «Sarebbe sempre bene farsi un esame di coscienza prima di esternare pubbliche dichiarazioni quando si è stati i primi a non rispettare regole e ruoli».

Paolo Maurizi

«Mio malgrado credo sia doveroso intervenire sulle ultime dichiarazioni dell’ex contrada San Giovanni che si è fatta promotrice di ricorsi in sede giudiziaria, sfociati la scorsa settimana in un netto pronunciamento a favore dell’Ente Contesa. Lo faccio perché in quel comunicato si vuole mettere in dubbio, nemmeno tanto velatamente, l’operato del Comune in questa vicenda, con il risultato di certificare invece che vi è stata una strumentalizzazione politica dei fatti che come giunta avremmo voluto evitare». A parlare è l’ex assessore Maurizi che vuole dire la sua sul braccio di ferro, a suon di carte bollate, tra l’Ente Contesa e Contrada San Giovanni.

«A suo tempo ricoprivo la carica di assessore alle manifestazioni storiche e del patrimonio. Due deleghe che mi hanno visto coinvolto in prima persona nella vicenda, ovvero: per ciò che concerne la legittimità del commissariamento e il mancato pagamento degli affitti da parte della contrada per una cifra anche considerevole a favore del Comune di Sant’Elpidio a Mare. Nei due anni di attività, a differenza di quanto si è dichiarato nel comunicato le cose erano chiare. C’era (e c’è) un affitto da pagare, ed è bene ricordarlo, a questo si somma l’affitto degli anni a seguire cui queste persone continuano indisturbate ad occupare la sede della contrada, anni 2023 e 2024. La prima sentenza sullo sfratto, cui il Comune si è opposto, non dice che l’affitto al Comune non è dovuto e men che meno che si possa continuare ad occupare un bene immobile di proprietà comunale senza alcun titolo. C’era un assessore referente (il sottoscritto) con cui gli allora vertici di contrada hanno ritenuto non dover intrattenere alcun rapporto nonostante la mia completa disponibilità, cercando ripetutamente altri membri della giunta in carica che non avevano voce in capitolo sulle deleghe assegnatemi; c’era (e c’è) un segretario generale del Comune (massimo organo amministrativo del Comune stesso, tra l’altro completamente estraneo alle dinamiche della città) a cui è stato affidato il procedimento per il recupero delle somme, c’erano (e ci sono) gli organi interni della Contesa (e non dell’Ente Contesa), attivabili da ogni contrada in caso di necessità, dove poter esplicitare le proprie istanze. C’erano e (ci sono) altre contrade e l’ente contesa che continuano (giustamente) a pagare affitti, utenze etc… per l’utilizzo delle proprie sedi, di proprietà comunale e/o privata, c’è (non c’era prima di questo atteggiamento non condivisibile, oggi più che mai visti i ripetuti pronunciamenti giudiziari a favore dell’atto di commissariamento) una contrada che vorrebbe svolgere la sua attività all’ interno della Contesa cui non è concesso da persone senza titoli utilizzare la sede della Contrada San Giovanni che è bene ricordarlo, non è proprietà di nessun contradaiolo. È oltre che infondato, decisamente inopportuno da parte di queste persone parlare di confusione di ruoli, anche e soprattutto alla luce di passate Amministrazioni Comunali, non troppo lontane cui posso essere testimone oculare, che vedevano realmente all’interno, proprio ed anche in questa contrada, esponenti autorevoli della politica operare indisturbati, nonostante il divieto e l’incompatibilità espressa riportata nello statuto della contrada stessa. Sarebbe sempre bene farsi un esame di coscienza prima di esternare pubbliche dichiarazioni quando si è stati i primi a non rispettare regole e ruoli».

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