facebook twitter rss

Mal di schiena, quali rimedi? Torna la rubrica Reuma On Air (Video)

SALUTE - La dottoressa reumatologa Antonella Farina: «. Quando il dolore si manifesta in persone giovani, persiste per più di tre mesi nonostante i primi interventi, insorge di notte e tende ad attenuarsi nell’arco della giornata potrebbe trattarsi di una malattia reumatologica»
Reuma on air 1 puntata 24.10.2024

È andata in onda ieri pomeriggio la prima puntata di “Reuma on air”. Anche quest’anno, infatti, la dottoressa reumatologa Antonella Farina, ieri accompagnata dalla presidente di Amar Marche, Stella Rosi, e da una sua paziente, ai microfoni di Radio FM1 approfondiranno e sensibilizzeranno sulle più diffuse patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. I quattro appuntamenti, a distanza di due settimane l’uno dall’altro, in onda il giovedì pomeriggio, verteranno principalmente sul problema del mal di schiena.

Ma precisamente, ci si può chiedere innanzitutto, di cosa parliamo quando parliamo di mal di schiena? «Il mal di schiena – ha spiegato la stessa reumatologa Farina prendendo la parola – è uno di quei motivi per cui più spesso il paziente si reca dal proprio medico di base. Spesso, poi, pensiamo si tratti di un problema esclusivamente meccanico, legato al fatto che facciamo lavori usuranti o attività pesanti. In realtà dobbiamo considerare in alcuni casi la possibilità di una patologia infiammatoria. Quando il dolore si manifesta in persone giovani, persiste per più di tre mesi nonostante i primi interventi, insorge di notte e tende ad attenuarsi nell’arco della giornata, potrebbe trattarsi di una malattia reumatologica».

In questi casi, ha continuato a spiegare la dottoressa, «se la patologia è di natura infiammatoria viene effettuata una diagnosi a seguito di analisi di vario tipo ed esami strumentali. Da lì si procede con l’impiego di farmaci immunodepressori o biologici e con una strategia più vasta per garantire una qualità di vita alta al paziente».

Molto spesso, tuttavia, le diagnosi vengono effettuate in modo accurato solo dopo che sono trascorsi diversi anni e laddove la malattia è in fase avanzata. Infatti, come spiegato dalla Rosi, presidente di Amar Marche, «anche se i dolori compaiono, tendono a essere sottovalutati. C’è la credenza sbagliata che le malattie reumatiche riguardino solo le persone adulte e invece non è sempre così. Il paziente poi, oltre a sottovalutare spesso, tende anche a consultare una serie di professionisti e solo dopo un lungo itinerario arriva a capire effettivamente di cosa si tratta. Il medico di base, da questo punto di vista, deve rimanere il primo professionista con cui confrontarsi perché può intuire la realtà dei fatti e indirizzare correttamente. È chiaro, quindi, che una diagnosi precoce, entro sei mesi dall’insorgenza dei primi sintomi, garantisce una degna qualità della vita. L’associazione di Amar Marche è fiera di partecipare a queste iniziative perché così facendo sensibilizza e mette “la pulce nell’orecchio”. Ci piace pensare di arrivare a cittadini che potrebbero avere un problema di questo tipo».

Ad accompagnare Stella Rosi e Antonella Farina in questo primo appuntamento c’è stata anche Gloria, una giovane ragazza affetta, già in giovanissima, da una patologia reumatologica. In questo intervento di sensibilizzazione, il racconto della sua esperienza può essere decisivo per esprimere a pieno la concretezza di ciò di cui si è parlato. «Sono arrivata dalla dottoressa Farina – ha raccontato –, molto giovane, prima dei trent’anni, e, a dire il vero, anche io ho trascurato per qualche anno la patologia. I primi dolori li ho avvertiti già quando frequentavo l’università e nel tempo si sono verificati episodi più gravi: la mattina, ad esempio, mi svegliavo con dolori così lancinanti da non riuscire ad alzarmi dal letto. Nonostante ciò, non ho dato molto peso a questi mal di schiena fino a quando non ho avuto un’infezione oculare e a quel punto è stato lo stesso oculista ad indirizzarmi. Dopo le prime analisi mi sono recata in ambulatorio e, con la dottoressa Farina, ho intrapreso questo percorso specifico. Lo choc, comprensibilmente, è stato notevole: anche dal punto di vista mentale è difficile accettare la convivenza che la malattia autoimmune e cronica impone. Oggi, con una combinazione di terapia farmacologica, stile di vita attivo e alimentazione sana, riesco a tenere a bada molto bene la situazione e ad assicurare una qualità di vita che altrimenti sarebbe stata impensabile».

Elia Frollà


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti