Si definiscono i dettagli della morte di Massimiliano Galletti, 59enne di San Benedetto, avvenuta nei giorni scorsi a Kiev, in Ucraina.
L’uomo era rimasto gravemente ferito un mese fa in un attacco con un lanciarazzi Rpg. Non era un combattente, ma un paramedico volontario impegnato a supportare i soldati e ad assistere i feriti nelle retrovie vicino alla capitale ucraina. Le sue ferite, riportate a seguito di un’esplosione, lo avevano ridotto in coma, portandolo alla morte dopo 30 giorni di ricovero in un ospedale ucraino.
Si tratta del primo italiano, un paramedico, che perde la vita sul fronte ucraino.
Il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, sta lavorando per il rientro della salma in Italia, coordinandosi con il Ministero degli Esteri e le autorità.
Aurora, la figlia di Galletti, ha voluto rendere omaggio a suo padre: «Eri il mio punto di riferimento, l’uomo su cui sapevo di poter contare. Sognavo di avere un marito come te, che mi hai sempre trattata come una principessa. So che sei volato via da eroe, l’eroe che sei sempre stato per me e per le persone che hai salvato Sono orgogliosa di te come padre, e come uomo. Sarai sempre nel mio cuore».
Due anni fa, Galletti aveva partecipato a una missione con la Protezione Civile italiana ai confini tra Polonia e Ucraina, aiutando gli sfollati in fuga dalla guerra. Tornato a casa, aveva deciso di ripartire come volontario, organizzandosi con un amico per recarsi nuovo in Ucraina.
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