di Serena Murri
Il comitato per il lungomare lamenta la mancanza di verde e ombra sul nuovo lungomare, criticando di fatto l’attuazione del progetto esecutivo. Alla conferenza stampa, convocata oggi a mezzogiorno presso la società operaia di Porto San Giorgio, erano presenti i rappresentanti dei vari comitati cittadini, tra i quali Luca Romanelli, Roberto Macerata e Luigi Silenzi.
Come comitato per il lungomare, il primo a parlare è stato Luca Romanelli «ci sembrava doveroso confrontarci sul progetto in corso di realizzazione. Scopo della conferenza di oggi è quello di proporre alla cittadinanza alcune riflessioni per valutare questa vicenda, non in uno spirito di contrapposizione ideologico ma scendendo sui fatti non con una visione astratta della città o di quel luogo».
Il primo fatto che hanno voluto sottolineare è che «avevamo questo filare di tamerici -ha ribadito Romanelli- patrimonio arboreo bello e sano e 4 milioni da spendere, su poche centinaia di metri che si potevano trasformare in un luogo speciale. Invece, adesso abbiamo una serie di piantine di tamerici che impiegheranno decenni prima che diano ossigeno e ombra. Alcune di queste tamerici stanno già morendo per incuria, tre o quattro sono già morte e manca l’ombra nell’attuale lungomare. Solo 5 tamerici sono state ripiantate, le altre hanno dovuto soccombere».
La critica riguarda «il comportamento di un’amministrazione che -come ha ricordato Romanelli- in consiglio comunale, sotto la pressione delle nostre proteste, dichiarava che non avrebbe mai tagliato le tamerici ma le avrebbe ricollocate in altra sede. Nel progetto iniziale era stato già deciso di tagliarle, poi una perizia diceva che le piante potevano vivere. Dopo hanno deciso di tagliarle, solo dopo essersi fatti fare un’altra perizia. Stessa sorte per le palme, recise alle radici. Non abbiamo più il verde di prima ma un simulacro di verde incerto per il futuro».
Il comitato ha parlato anche di un marciapiede di 80 centimetri che secondo gli esponenti del comitato stesso doveva essere realizzato a ovest del nuovo filare di alberi, mentre così non è stato «quel marciapiede che non è stato realizzato -ha spiegato Romanelli- serviva a scendere in sicurezza dalle auto parcheggiate, attualmente a lisca di pesce. Non si sa se questo progetto verrà eseguito secondo quello che è stato approvato».
Era previsto anche un’attraversamento verso piazza XXV Aprile, «come riconnessione alla città -ha fatto notare Romanelli- ma non c’è. Mancano anche i percorsi tattili per disabili e non vedenti. I materiali utilizzati sono di qualità povera. Si sperava che nel progetto vi fosse un sistema di recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione, invece ci sono i tubicini volanti».
In fatto di arredo urbano «se l’obiettivo era renderlo un luogo in cui sostare -ha aggiunto Romanelli- primo, manca l’ombra, il lungomare è infuocato. E per completare l’opera sono state messe 4 panchine che sono come graticole. Al posto dei porta biciclette ci sono curiosi arnesi che ne contengono un numero esiguo».
In poche parole, i risultati dell’attuazione del progetto non soddisfano il comitato che ha parlato di «umiliazione ulteriore alla città nell’attuazione di un progetto discusso solo con la categoria dei balneari mentre con il nostro comitato che raccoglie migliaia di cittadini non vi è stato nessun confronto. Ricordo quando il sindaco è intervenuto, si è alzato senza proferire parola».
Luigi Silenzi ha aggiunto: «Il progetto riguarda una parte di lungomare che se proiettato sull’intero tracciato non va bene. La regola e la logica imponevano di realizzarlo per stralci invece non è stato fatto in prospettiva. È un progetto che riguarda solo una parte del lungomare, come verrà fatto il resto del tracciato non si sa. Il finanziamento del Pnrr serviva anche a migliorare la dotazione di verde, invece questo non c’è, ed è molto grave. Si è fatto “un piangito” di betonelle di cemento. Tra l’altro, un lungomare serve anche ad accogliere sotto la frescura chi proviene dalla spiaggia ma questo non c’è più. Questo è il risultato della realizzazione dell’infrastruttura».
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