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Da Dustin Hoffman, Germi e Scamarcio alle ambulanze per “L’esorcista”: Filippo Ferretti racconta “Ascoli nel Cinema”

LIBRI - Esce il volume che per la prima volta riunisce racconti, interviste, schede e aneddoti sul rapporto tra le cento torri e la settima arte. Quindici pellicole e decine di fatti inediti nella prosa vivace del giornalista ascolano. Quando Stefania Sandrelli nascose la sua gravidanza durante le riprese di "Alfredo Alfredo" e Piazza del Popolo non era ritenuta adatta dal direttore della fotografia Di Venanzo. Presentazione venerdì 8 novembre all'Odeon

 

di Luca Capponi 

 

Da Piazza del Popolo ritenuta scarsamente fotogenica alla vigilia delle riprese de “I delfini” a Stefania Sandrelli che, con la complicità del regista Pietro Germi, decise di nascondere la sua gravidanza alla produzione di “Alfredo Alfredo” onde evitare possibili ripercussioni sulle riprese. Da Tomas Milian, che nei suoi diari dell’epoca scriveva di sentirsi imbarazzato per via di come il film a cui stava lavorando descriveva gli ascolani e la vita di provincia, fino all’ambulanza che faceva presenza fissa fuori dal Filarmonici, durante le proiezioni de “L’esorcista”, nel 1973.

Filippo Ferretti

 

C’è la storia delle cento torri, e del suo rapporto con la settima arte, nel libro “Ascoli nel Cinema” scritto dal giornalista Filippo Ferretti. Fresco di stampa, il prezioso compendio verrà presentato venerdì 8 novembre alle 18 al Cinema Odeon su input della Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, che ha promosso e sostenuto il progetto. A moderare l’incontro sarà la giornalista Pina Calisti.

 

La pubblicazione, corredata da bellissime foto di scena e non, racconta una storia che parte idealmente dalla fine degli anni ’50, quando un giovane Francesco Maselli, folgorato dal centro storico, decide di girare ad Ascoli proprio “I delfini”, per quello che rappresenta l’esordio del capoluogo piceno in veste di location, al cospetto di un cast memorabile che vedeva impegnati, oltre a Milian, Claudia Cardinale, Gérard Blain, Betsy Blair, Anna Maria Ferrero e Sergio Fantoni. Gianni Di Venanzo, invece, era il direttore della fotografia.

Hoffman e Germi sul set di “Alfredo Alfredo”

 

«Tra i tanti aneddoti raccolti nel libro ce n’è anche uno che lo riguarda – spiega Ferretti -. Di Venanzo, uno dei più grandi di sempre (tra i tanti film a cui partecipò basta ricordare “8½” di Fellini, ndr), si era convinto che Piazza del Popolo fosse impossibile da filmare per via della sua struttura geometrica. Lui e Maselli dovettero discutere per giorni, alla fine Di Venanzo si convinse e dallo scetticismo iniziale passò ad essere completamente rapito dal luogo, tanto che Maselli racconta che spesso lo trovava a provare anche di notte».

 

Ferretti, giornalista professionista, speaker e conduttore radio-televisivo, collaboratore di Corriere Adriatico e Cronache Picene, è un grande amante e profondo conoscitore di cinema in tutte le sue sfaccettature. Quello a cui ha lavorato con perizia rappresenta il primo volume che racchiude tutte le produzioni che sono passate tra cento torri e dintorni. Dalle più note come appunto “I delfini” (uscito nel 1960), “Serafino” (1968) e “Alfredo Alfredo” (1972) entrambi diretti da Germi, “Il grande Blek” (1987) e “L’ombra del giorno” (2022) del regista ascolano Giuseppe Piccioni fino alle meno conosciute “Peccato senza malizia” (erotico del 1975 di Theo Campanelli con Jenny Tamburi, Francesca Romana Coluzzi e Luigi Pistilli), “Morirai a mezzanotte” (horror del 1986 di Lamberto Bava), “Fate un bel sorriso” (commedia del 2000 con Claudia Pandolfi): fatti, aneddoti, interviste, schede, curiosità dai set di 15 pellicole che lo stesso Ferretti ha in gran parte vissuto come addetto ai lavori o come semplice appassionato, sin da bambino. E non solo, perché in coda si traccia anche una breve storia delle sale cinematografiche cittadine e dei film che più hanno suscitato reazioni nel corso del tempo.

 

«Una lunga schiera registi ha scelto Ascoli, mi permetto di aggiungere ai già menzionati anche Enrico Vanzina e Ligabue – continua l’autore del libro-. Ancor di più gli attori e le attrici che sono passati qui, cito ancora Adriano Celentano, Ornella Muti, Sergio Rubini, Sergio Castellitto ed ovviamente il grande Dustin Hoffman, che ha ammesso più volte di non essere mai riuscito ad imparare l’italiano ma che, ospite sul palco del Festival di Sanremo 2004, disse di aver imparato alcune parolacce proprio ad Ascoli con tanto di…dimostrazione pratica».

 

Ma l’aneddotica è cospicua, vivace e tutta da scoprire, per un libro unico nel suo genere, che va a restituire un prezioso tassello di storia cittadina.

Il set de “Il grande Blek”

 

«Nel 1949, dopo la proiezione de “Il cielo sulla palude” al Supercinema, che raccontava l’assassinio della giovanissima Maria Goretti, le istituzioni intervennero per far allontanare dalla città il colpevole del crimine, Alessandro Serenelli, che in quegli anni era ospitato dai Cappuccini», conclude Ferretti tornando sulle motivazioni che l’hanno spinto a cimentarsi nella stesura di questa opera.

 

«”Ascoli nel Cinema” si rivolge prioritariamente a chi ama non soltanto il territorio ascolano e la settima arte, ma anche a coloro che ci mettono tanto, troppo tempo a far emergere la forza delle proprie peculiarità, doti e attitudini, proprio come accaduto alla nostra città prima di divenire location affermata. A chiunque si trovi per motivi più diversi a sentirsi bloccato, sottostimato o ostacolato nel realizzare i suoi sogni. “Ascoli nel Cinema” nasce anche per questo: come segnale di speranza e di pervicacia, attraverso il quale potersi liberare degli impedimenti esterni e focalizzare finalmente lo sguardo verso i propri desideri e i propri traguardi».

 


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