di Matteo Achilli (video e foto Simone Corazza)
In carcere, insieme a detenuti e poliziotti della Penitenziaria. Così monsignor Armando Trasarti ha voluto festeggiare i suoi 50 anni di sacerdozio, che iniziò nel 1974 come vicario cooperatore nella parrocchia di San Pio X a Porto Sant’Elpidio. Quindi la parrocchia di Montegranaro, poi diversi incarichi a Fermo, prima di quel 21 luglio 2007, quando papa Benedetto XVI lo nomina vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Da quando ha lasciato la direzione della diocesi fanese, il vescovo emerito trascorre la quotidianità tra la sua Campofilone e la casa di reclusione di Fermo, dove come era solito fare a Fossombrone, cerca di dare sostegno a tutti coloro che gravitano nell’ambiente carcerario.
Dalla direttrice Serena Stoico ai volontari, con loro anche detenuti, polizia penitenziaria, staff sanitario, psicologi ed educatori, tutti insieme alle varie istituzioni delle forze armate e civili, erano presenti questa mattina nella sala polivalente del carcere fermano, dove monsignor Trasarti ha celebrato messa per questi primi cinquant’anni di sacerdozio. Presenti tutte le più alte cariche civili e militari del Fermano.
«Sono entrato qui come nessuno, però mi hanno accolto da angelo – ha raccontato Trasarti – Ricordatevi che il Signore ci dona sempre una seconda occasione, per questo quando si sbaglia strada bisogna avere la possibilità di ricominciare». Non sono mancate parole per i detenuti e per il grande lavoro della polizia penitenziari: «Questo è un luogo di pazienza, dove far maturare spighe di grano, perché una sola di esse vale più di un campo di zizzania. Il lavoro fatto dalla polizia penitenziaria non è visto all’esterno, ma loro sono come i portantini che accompagnano il paralitico alla porta del Signore. Anche loro vanno curati e incoraggiati ogni giorno, perché hanno una vita fuori dal carcere, con i loro problemi e le loro paure».
Monsignor Trasarti conosce ormai da anni il mondo delle carceri e si dice soddisfatto di vedere come nelle Marche quasi tutte hanno al timone giovani donne come la direttrice Serena Stoico, che nell’ultimo anno e mezzo ha portato nuova energia ed empatia, la quale al termine dell’omelia ha voluto rimarcare l’importante opera di sostegno verso i detenuti effettuata dal monsignore. Un grazie speciale poi alla polizia penitenziaria guidata dalla comandante Loredana Napoli, operatori per i quali il vescovo ha più volte usato parole importanti, sottolineando il lavoro essenziale che svolgono ogni giorno.
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