Sold out al palasport di Ponzano di Fermo per il “re della stand-up comedy” Giorgio Montanini. Il suo racconto intimo, inedito e senza filtri, ha conquistato il pubblico del Festival Storie. Stimolato dalla giornalista Gaia Capponi, Montanini ha ripercorso le tappe più significative della sua carriera, le vicende personali più dolorose e il suo forte legame con le Marche. In prima fila il sindaco Diego Mandolesi, che ha sempre seguito Montanini fin dagli esordi.
«Questa serata – dice in apertura il sindaco – conferma quanto sia stata vincente la decisione di unirci al Festival Storie, che contribuisce a mantenere vivi i nostri borghi grazie alla cultura e alla presenza di nomi importanti. Dopo Buffa, oggi Montanini: Ponzano ha risposto con un entusiasmo, oltre ogni aspettativa. Un evento riuscitissimo, grazie anche al supporto della polizia locale e della Protezione Civile, che ringrazio a nome di tutta dell’Amministrazione e un grazie speciale al consigliere Andrea Tortoni, grande sostenitore insieme a me della partecipazione al Festival Storie, una scelta azzeccata».
Il racconto di Montanini parte dalla difficoltà di emergere come artista in un contesto provinciale, in un’Italia in cui solo le metropoli sembrano dare un vantaggio di partenza. «Se sei marchigiano, vieni trattato come un contadino – ha dichiarato, come riportato in una nota del Festival – ma per me è un orgoglio vivere a Fermo». Montanini ha poi rievocato la sfida di portare in Italia la stand-up comedy, una forma di comicità diretta e spesso scomoda, lontana dal cabaret tradizionale. A metà degli anni Duemila, mentre il mondo della comicità italiana era dominato da Zelig e dal cabaret televisivo, Montanini ha scommesso tutto su una forma di spettacolo che in Italia non aveva ancora spazio. E il prezzo della sua sincerità l’ha spesso pagato in tv, per la sua propensione a esprimersi senza filtri, anche nei confronti di personaggi politici.
«Bisognerebbe essere più attenti alle parole dei politici e meno dei comici. Il politico deve rispondere, mentre un artista, come lo sono io, deve poter dire quello che vuole» chiarisce Giorgio Montanini. Ma nonostante le frizioni con il piccolo schermo, Montanini ha continuato a reinventarsi. Negli ultimi anni si è affermato nel cinema, partecipando a pellicole di successo come “Grazie ragazzi” di Antonio Albanese e progetti internazionali accanto a volti noti del grande schermo come Riccardo Scamarcio. Nove film in tre anni. E poi l’amicizia che lo lega a Pietro Castellitto. «In occasione della presentazione del film ‘Enea’ alla Mostra del Cinema di Venezia – ricorda Montanini – Pietro disse: ‘ringrazio il più grande artista al mondo Giorgio Montanini’, raccontarlo ancora mi sembra incredibile».
Si sente a casa Giorgio Montanini, del resto la sua serata è iniziata proprio a Torchiaro, luogo che lo ha visto protagonista al cinema nella pellicola “Castelrotto”, lì insieme al sindaco Mandolesi e alcuni rappresentanti della giunta, è stato accolto al Circolo Acli dove era allestito un super aperitivo a base di tipicità locali. Nella seconda parte della serata, Montanini si è aperto su vicende personali dolorose: un periodo oscuro segnato dall’uso di droga e da un coma di 45 giorni che ha rischiato di ucciderlo. «Ho toccato il fondo – ha raccontato, spiegando come la perdita di familiari e amici lo abbia spinto in un vortice da cui è uscito solo per miracolo – La droga ti uccide ma dobbiamo essere onesti nel dire ai giovani quanto possa essere inizialmente attraente, per far comprendere loro il rischio concreto e mortale che comporta». Conclusasi tra lunghi applausi e foto col pubblico, la serata ha rivelato un Montanini sempre geniale e scomodo, ma anche maturo, riflessivo, coraggioso nel guardarsi allo specchio. «Oggi non ho più rabbia repressa, ma sono dovuto arrivare a morire per capire quanto è bello vivere». Il suo messaggio finale è chiaro: «Non aspettiamo che uno ci sbatta la faccia, perché non è detto che si rialzi. A volte basta un abbraccio per salvarti la vita».
Ancora una volta il Festival Storie, sostenuto dalla Regione Marche, ha regalato al pubblico una serata unica, irripetibile, con un Montanini che ha saputo far sorridere e al contempo stimolare profonde riflessioni.