L’arte di Magdalo Mussio sarà in esposizione da domani al prossimo 16 febbraio a Monte Vidon Corrado, con la mostra “Senza Margine. Magdalo Mussio all’origine del segno”. La mostra, presentata ieri in conferenza stampa, è stata organizzata dal Centro Studi Osvaldo Licini, in collaborazione con il Comune, il contributo della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, ricevendo anche il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. L’esposizione è stata curata da Daniela Simoni e Stefano Bracalente, con la preziosa collaborazione della famiglia Musso, che ha concesso in prestito, per l’occasione, circa 60 opere, sarà esposta nelle sale del centro studi Osvaldo Licini e nella sua casa museo.
Un non pittore, che fa della sperimentazione verbo-visuale la sua cifra identitaria. Nato a Volterra nel 1925, Mussio si laurea prima in scenografia all’Accademia delle belle arti di Firenze, con una tesi sui canovacci, quindi successivamente frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, dove si avvicina al cinema d’animazione e d’artista. Mussio è un vero globetrotter, diversi anni trascorsi in Canada, quindi in giro per l’Europa, vive da vicino il periodo della neoavanguardia, con il gruppo 63 di cui fanno parte tra gli altri, Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti. Approda nelle Marche nei primi anni settanta, dove è direttore editoriale della casa editrice Nuova Foglio di Pollenza, dopo esserne stato grafico, poco dopo inizia anche ad insegnare incisione all’accademia delle belle arti di Macerata.
Mussio non ama dare significato al segno, nelle sue opere campeggiano cifre, simboli e una scrittura difficilmente decodificabile.
La mostra, che si inserisce nella rassegna dedicata al segno dell’arte del Novecento, proverà ad indagare la dimensione del margine in cui il segno è stato al tempo stesso immagine e parola, l’una sconfinando nell’altra, senza margine.
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