di Serena Murri
«No all’Ecocentro nella zona verde dell’area industriale di Rubbianello». È questa la scritta che campeggia lungo la Valdaso, all’altezza dell’ingresso dell’area industriale di Monterubbiano, dove questa mattina è stata convocata una conferenza stampa presso il tomaificio che si trova a fianco dell’area designata dal Comune per realizzare l’isola ecologica.
Questa mattina, alla conferenza stampa nel tomaificio Rm s.r.l. che lavora per marchi di lusso, erano presenti anche i sindacati, oltre ad altri due titolari delle aziende in zona. Alla base di quella che in sostanza è una scelta del Comune, vi è una delibera di giunta che risale a giugno 2023 e con la quale «hanno approvato un progetto – hanno spiegato gli imprenditori presenti – per il servizio di raccolta dei rifiuti e dove viene espressa la volontà d’istituire un’isola ecologica ma nella delibera non è menzionato il luogo».
«Siamo venuti a conoscenza delle intenzioni del Comune – le parole di Francesco Romanelli, responsabile del tomaificio- solo il giorno prima dell’inizio dei lavori, quando è stato apposto il cartello. Nessuno di noi è contro la realizzazione dell’ecocentro. Siamo tutti perfettamente consapevoli che si tratti di un’opera importantissima per la collettività e deve essere realizzata. Non siamo critici nei confronti della ditta che gestirà il servizio. Critichiamo la scelta dell’ubicazione e anche il modo in cui è stata fatta. Nonostante la richiesta di accesso agli atti ed i parziali riscontri ottenuti, ad oggi non sappiamo ancora perché sia stato scelto questo luogo. Sicuramente era la soluzione più facile per il Comune, in un’area pianeggiante, di proprietà comunale. Come ci hanno detto in Comune, qui verranno conferiti gli sfalci del verde, batterie usate, olii esausti ed anche l’organico. Ci preoccupa il fatto che le distanze tra l’area dove sorgerà l’isola ecologica e la nostra azienda, siano minime. Le nostre dipendenti si troveranno a lavorare per 8 ore al giorno a 10 metri di distanza da un’isola ecologica».
«Siamo tutti molto preoccupati – ha aggiunto Francesco Romanelli – Noi lavoriamo per marchi di lusso che sono molto attenti alle condizioni di lavoro, al rispetto dei contratti e alle condizioni igienico sanitarie. Non sappiamo quali saranno le condizioni di lavoro quando ci sarà l’ecocentro. Il rischio è che un domani, questo sito non sia più idoneo per una produzione come la nostra che realizza scarpe di lusso. L’isola ecologica sorgerà qui fuori, a pochi passi dalla mensa. D’estate ci potrebbe essere un’invasione di moscerini».
Sono stati coinvolti anche i sindacati, Cgil e Cisl che si sono detti preoccupati per le 60 dipendenti che lavorano all’interno del tomaificio. Era presente Francesco Interlenghi, delegato Cisl di Fermo, che è così intervenuto: «Quello che a noi interessa è la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici che sono preoccupati. Abbiamo richiesto un incontro all’amministrazione comunale che si terrà lunedì mattina. Quello di lavoro è anche un luogo di vita. Ci sono più di 60 dipendenti che passano 8 ore del proprio tempo qui e vi pranzano ma avere a 10 metri un’isola ecologica al confine con l’azienda, in noi desta preoccupazione. Soprattutto perché c’è chi pranza all’esterno. Aumenterà il traffico in una zona già condensata. C’è un equilibrio delicato in una zona artigianale ma riteniamo che ascolto, dialogo e confronto con i cittadini che lavorano in questa zona, siano fondamentali. Auspichiamo un confronto chiaro con l’amministrazione e ci auguriamo che non vengano fatte scelte che mettano a repentaglio il benessere di chi lavora in questo spazio. Faremo il massimo per evitare il rischio di un dramma dal punto di vista occupazionale».
L’intenzione, da parte degli imprenditori è di non fermarsi. «Noi faremo presente le nostre problematiche – ha spiegato Romanelli – e criticità per le aziende e per tutto il territorio. Ci stiamo muovendo a livello legale e amministrativo perché riteniamo ci siano state delle mancanze, come l’assenza di un documento che spieghi le motivazioni della decisione di fare l’isola ecologica in quest’area quando di fatto, in questa zona dovevano esserci tre aree verdi».
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