di Simone Corazza
Si è aperta questa sera, con l’applauditissima “Un ballo in Maschera” di Giuseppe Verdi, la nuova stagione del Teatro dell’Aquila.
L’appuntamento a teatro, con la celebre opera verdiana, è stato definito unanimemente da organizzatori e Comune come «un momento importante di divulgazione», curato da Stefania Donzelli e voluto dalla Fondazione Rete Lirica delle Marche, presieduta da Francesco Ciabattoni. Ma è stato contraddistinto anche da una forte connotazione sociale che ha fatto rima con la Fattoria Montepacini.
“Un ballo in maschera”, è un melodramma prodotto in collaborazione con il teatro Regio di Parma, che si divide in tre atti ed è ispirato al re di Svezia, Gustavo III. A dirigere la partitura verdiana il maestro Fabio Biondi, sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, in scena il coro del teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.
Il cast è invece composto da giovani attori, diretti dal regista Daniele Menghini. Entrambi per la prima volta a Fermo, sia Biondi, che Menghini sono rimasti colpiti dalla bellezza del teatro dell’Aquila e concordi nel definire quella dell’anteprima giovani «una grande opportunità di divulgazione ed apertura verso le nuove generazioni, che fanno più difficoltà ad avvicinarsi a questo tipo di musica e di arte in generale». E, questa sera, poco prima dell’inizio della “prima” consueta passerella di istituzioni e autorità del territorio, a partire da quelle del capoluogo di provincia, alcune simpaticamente ed elegantemente “celata” da una maschera. Nella speranza che dopo le sbirciate e i commenti, fisiologici per un’entrata alla “prima” l’attenzione si sia riversata realmente sull’opera.
Di certo c’è l’anima solidale dell’esordio dell’Aquila. All’ingresso una pergamena per tutti. All’interno la scritta “Prima solidale”, ovvero un progetto legato alla Fattoria Montepacini a cui è stato affidato il benvenuto tra calici e prelibatezze e che ha richiamato diverse aziende di settore del territorio.
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