«Quando i nostri figli escono di casa vogliamo stare tranquille». Così un gruppo di mamme, ieri pomeriggio alla sala Castellani, ha spiegato perché si sono costituite nel Comitato Famiglie Sicurezza per una città più sicura per i propri ragazzi.
Ora il Comitato Famiglie Sicurezza è realtà e si alimenta di quella caparbietà che solo le mamme hanno dentro di loro. Facendo rete tra di loro, vogliono tutelare i loro ragazzi fuori dalle mura di casa, dopo una serie di episodi di violenza che si sono verificati in città. Si tratta di un gruppo di genitori che ha formato il comitato che negli ultimi mesi si è confrontato con forze dell’ordine e istituzioni. Peccato che l’incontro di ieri sera non sia stato così tanto partecipato soprattutto dai ragazzi che essendo parte in causa, sarebbero dovuti essere presenti ma, forse, in futuro ci sarà tempo di coinvolgerli.
A presentare il comitato, Carla Sopranzi: «Ci accomuna il fatto di essere mamme. Siamo partite dal basso ma per fare un buon lavoro, abbiamo bisogno di tutti voi. Sul nostro gruppo WhatsApp siamo in contatto con 500 famiglie. Siamo qui per farci conoscere e avere consigli, suggerimenti, avere un confronto costruttivo per realizzare gli obiettivi della nostra mission».
La presidente del comitato, Maria Candida Farinelli, ha ricordato: «A seguito della vicenda di mio figlio che ha preso una coltellata durante la Notte Rosa, ho scritto una lettera alla polizia e al Prefetto. Al verificarsi, poi, della sparatoria, in centinaia di mamme mi hanno chiamato per capire cosa fare per i ragazzi e ho cercato altre mamme che potessero darmi supporto con questo comitato». Il gruppo ha incontrato quasi subito il sindaco che come hanno detto, ha dato seguito a diverse delle loro richieste in fatto di controllo e sicurezza.
Oltre all’essere mamme «quello che ci unisce – ha spiegato Mariella Antognozzi – è la consapevolezza che la cura sia fondamentale. Quando i ragazzi escono di casa, la responsabilità della cura deve essere collettiva. Quando manca la cura, l’aggressività prevale».
Tra messaggi fra genitori e testimonianze ricevute, il comitato delle mamme, ha espresso delle richieste precise, così riassunte da Anna Claudia Montesano: un presidio delle forze dell’ordine armate sulla costa fermana, vigilanza negli chalet con attività di sicurezza tra forze pubbliche e private, guardie armate presso la stazione, potenziamento di illuminazione e telecamere, controllo da parte della polizia municipale, creazione di un presidio costante tutti i giorni e nei fine settimana per il controllo della vendita di alcolici ai soli maggiorenni, maggiore controllo sulle spiagge per evitare consumo di alcol e droghe.
Francesca Quondamatteo ha parlato degli obiettivi futuri «prima abbiamo creato una rete collaborativa, poi organizzeremo incontri sui rapporti tra genitori e adolescenti e sulla fragilità dell’adulto. Creeremo tavoli di discussione con le famiglie al solo scopo di confrontarci. Quando i nostri figli escono di casa, vogliamo essere tranquille».
Oltre agli assessori Carlotta Lanciotti (sociale) e Marco Tombolini (sicurezza), c’era il sindaco Valerio Vesprini che ha detto: «Sono qui da padre e porto i saluti dei sindaci che si sono detti collaborativi. Noi stiamo lavorando su alcuni obiettivi come il potenziamento dell’illuminazione e la prevenzione, collaboriamo con il Sert per l’educativa di strada ma l’unione fa la forza. Saremo sempre a disposizione».
Nelle vesti di madre, c’era anche Meri Vitturini: «Il lavoro che fate è fondamentale e mancava. Siamo diventati una società cosmopolita, si sono mischiate tante razze, ai nostri tempi non andavamo in giro con i coltelli». Come mamma, è intervenuta anche Stefania Scatasta dirigente del Montani che ha confermato l’importanza di riuscire «a fare rete. Mancava chi si muove con l’intelligenza del cuore per colmare quel vuoto familiare che genera difficoltà di contenimento. I ragazzi ne hanno bisogno. Troverete le porte del Montani aperte». In chiusura, dal pubblico è intervenuto un padre che ha suggerito di organizzare un incontro sul «mantenimento del controllo e l’educazione all’indipendenza».
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