«Apprendiamo a mezzo stampa della segnalazione della Guardia di Finanza all’Autorità Giudiziaria di sei persone e del sequestro di 1,7 milioni di euro nei confronti di un’azienda del settore alimentare del Fermano. Le accuse sono di estorsione e intermediazione illecita di manodopera». Inizia così, con queste parole, l’intervento di Leonardo Archini, coordinatore della Flai-Cgil di Fermo, sull’operazione “Tempi supplementari” della Guardia di Finanza: «Come Federazione provinciale esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori che hanno dovuto subire queste inaccettabili condizioni e confidiamo nel fatto che le indagini e l’iter giudiziario faranno il loro corso per la definizione delle responsabilità in una vicenda preoccupante».
«Infatti questa notizia evidenzia come anche il nostro territorio non sia esente da fenomeni di caporalato e sfruttamento. Le tragiche notizie che ci hanno raggiunto da altre regioni, in ultima quella della morte sul lavoro del bracciante Satnam Singh a Latina, potrebbero portare a pensare che si tratta di una realtà che non ci riguarda. Purtroppo, invece, il lavoro irregolare, il lavoro grigio e lo sfruttamento agito tramite i caporali sono pratiche che riguardano anche il nostro territorio e un sistema produttivo che vive anche della compressione delle condizioni di lavoro per la garanzia della sua profittabilità» continua Archini.
Conclude il coordinatore: «Il superamento della precarietà, la garanzia di un lavoro stabile e sicuro, i necessari investimenti nel sistema industriale sono tra le rivendicazioni che ci hanno portato ad indire lo sciopero generale del 29 novembre, che nelle Marche vedrà lo svolgimento di una manifestazione regionale a Fabriano e per la quale la Cgil sta organizzando diversi pullman dal Fermano. Ma non solo, è più che mai necessaria una riforma della disciplina sull’immigrazione, che condanna i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro spesso disumane per poter mantenere la titolarità al soggiorno nel nostro paese».
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