«A seguito degli eventi estremi che si stanno susseguendo, dove l’alluvione di Valencia ha segnato uno dei momenti più difficili e sconvolgenti di questi cambiamenti metereologici, continuano anche in Italia tali fenomeni con relativi disastri e vittime. Le associazioni ambientaliste solidarizzano e si stringono intorno alle persone che sono state colpite patendo disagi e lutti. Allo scopo di prevenire tali situazioni, nel 2021 un gruppo di cittadini e di associazioni del territorio, costituendosi come comitato per il Contratto del Fiume Ete vivo, ha chiesto alle Amministrazioni locali di adottare una gestione strategica e organica del bacino del Fiume. Strategica perché ragionata e orientata a chiari obiettivi di miglioramento della sicurezza e dell’ecologia fluviale, di prevenzione dei rischi idrogeologici e di valorizzazione anche per un turismo sostenibile. Organica perché interessata al fiume nella sua interezza, dalla sorgente alla foce, facendo dialogare tutti coloro che vivono il suo corso (Comuni, cittadini, associazioni, Demanio, Regione, enti locali, …)». Torna a farsi sentire il coordinamento ambientalista del Fermano sulla questione del Contratto di fiume per l’Ete Vivo. L’iter era finito nel dimenticatoio ma le sigle ambientaliste non ci stanno. Per loro è un documento fondamentale per la cura dei corsi d’acqua del territorio.
«Dal 2021 ad oggi sono stati organizzati quattro incontri. Tre promossi dalle associazioni, l’ultimo dal comune capoluogo – proseguono dal coordinamento -. Sono intervenute tutte le amministrazioni comunali il cui territorio è attraversato dal corso del Fiume, da Santa Vittoria in Matenano (dove sorge) a Porto San Giorgio (dove il Fiume sfocia nel mare), passando per la Provincia e il suo Capoluogo, il Comune di Fermo. È stato discusso lo strumento “Contratto di Fiume”, le opportunità che può offrire in termini di risorse finanziarie e i passaggi previsti per la sua costituzione. Sono state presentate esperienze già attive sul territorio (Contratto del Fiume Aso) ed è intervenuto il coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume.
Negli incontri, evidenziando le difficoltà connesse alla scarsa pulizia ordinaria del fiume, lamentando le ingenti risorse necessarie per far fronte ai danni creati dalle piene e, in alcuni casi, denunciando le criticità ecologiche del bacino, i rappresentanti delle amministrazioni locali non sono andati oltre un generico interesse per la proposta. L’ostacolo è stato, fino ad oggi, individuare l’Ente (o gli Enti) che si assumessero l’onere di costituirsi come capofila, diventando coordinatori dell’iniziativa. Nell’ultima riunione, era il 13 aprile 2023, il comune di Fermo, attraverso la sua rappresentante, aveva preso impegno di riconvocare i comuni per incontrarsi nuovamente nel giro di 15/20 giorni. Sono passati molti mesi, circa un anno. Non abbiamo più saputo niente».
Concludono gli ambientalisti: «Crediamo ancora che il Contratto di Fiume sia la strada da percorrere, per evitare rischi futuri sempre più minacciosi nell’evolversi degli eventi. Non solo una tutela per l’ambiente ma cosa più importante una tutela per cose e persone che popolano questo bacino. Quello che chiediamo alla politica locale, alle amministrazioni del territorio, è di adottare qualsiasi strumento ritengano utile per pianificare in maniera strategica e organica il corso dell’Ete vivo. Creare le condizioni di fiume sicuro nel territorio che attraversa, un Fiume vivo, un Fiume pulito dalla sorgente alla foce, che possa tornare a essere vissuto dai cittadini.
Soprattutto, quello che non vorremmo più sentire, sono le lamentele del giorno dopo, la corsa al riconoscimento della calamità naturale, gli interventi d’urgenza per ripristinare l’ennesima strada franata o sommersa dal fango.
Ribadendo e mantenendo la nostra disponibilità operativa per portare a termine questo contratto di fiume, restiamo in attesa di un cenno di interesse da parte di quei comuni che nutrono attenzione per il proprio ambito territorio e per i propri abitanti, per portare a conclusione quanto da troppo tempo abbiamo proposto».
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