Matteo Achilli
Si è tenuta questa mattina la presentazione ufficiale del dittico di Emilio Isgrò dedicato a Licini, acquistato dal Comune di Monte Vidon Corrado attraverso la Pac 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic, che ha premiato il progetto di Daniela Simoni, direttrice del Centro Studi Osvaldo Licini, intitolato “Segni e scritture nell’arte del ‘900: Emilio Isgrò”.
«Alle porte del 2018, sessantennale della scomparsa di Licini, si profilava la grande mostra alla Guggenheim di Venezia dedicata proprio a Licini e ci siamo interrogati su come muoverci per sottolineare il rapporto della sua arte con la contemporaneità. Da qui nasce l’idea di far dialogare la poetica di Licini con la ricerca di Emilio Isgrò, che copre un periodo molto ampio ed è tutt’ora contemporanea – le parole della direttrice Daniela Simoni – abbiamo quindi avviato una collaborazione con l’archivio Emilio Isgrò, tenendo anche una mostra di sue opere qui a Monte Vidon Corrado, mettendo in dialogo le lettere di Isgrò con i segni di Licini, così come le cancellature di Isgrò con quelle di Licini alle sovrastrutture delle sue opere. Al termine della mostra, veder ripartire queste due opere, fu davvero un dispiacere e per questo abbiamo cercato di riportarle qui, provando a percorrere la strada del Pac – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dal ministero e finalizzato ad arricchire le collezioni di arte contemporanea. Quest’anno siamo riusciti ad ottenere il finanziamento per l’acquisizione delle due opere, accompagnate da una serie di momenti informativi, per avvicinare i giovani all’arte contemporanea».
Il dittico da oggi entra a far parte della collezione del Centro Studi Osvaldo Licini e sarà visitabile all’interno della Casa Museo dell’artista montevidonese.
Durante l’incontro che si è tenuto in mattinata prima della cerimonia di presentazione sono intervenuti il curatore del catalogo Bruno Corà e Cristina Mazzantini neo direttrice della Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma, che ospiterà prossimamente proprio una serie di opere di Isgrò e ovviamente lo stesso artista siciliano: «La cancellatura ha una forza oscura. Oggi noi abbiamo un’arte senza linguaggio, che serve soprattutto alle attese del pubblico peggiore immagino, perché quello migliore sa che non basta il like di un social per apprezzare, ma bisogna studiare e farlo attraverso i libri. Io non li ho distrutti, ma li ho sottolineati, evidenziando l’importanza di come la cultura sia pazienza. Credo che ci sia più intelligenza in una cancellatura, che in un’intelligenza artificiale».
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