Ospedale Amandola, il comitato: «Non sia un semplice trasloco ma medicina generale e diagnostica rafforzata»
AMANDOLA - La presidente Luisa Di Venanzio: «Questo per evitare che tale apertura si trasformi in un boomerang per l'attuale amministrazione regionale, che tanto si è spesa per ridarci un vero ospedale, con adeguati servizi sanitari, dei quali fummo nel 2016 ingiustamente privati, essendo previsti per questa zona disagiata, con il decreto ministeriale Balduzzi 2015. Servizi per i quali il nostro comitato si è battuto sin dal 2018, avendo assistito impotente al paradossale declassamento del vecchio nosocomio in casa della salute, durante un sisma come quello del 2016»
«A nome del Comitato per la tutela della salute nei Sibillini, in qualità di Presidente, auspico che la prossima apertura del nuovo ospedale di Amandola e del territorio montano, prevista per il 14 dicembre 2024, non si limiti ad un semplice trasloco dei servizi sanitari attualmente erogati nel vecchio nosocomio amandolese, ma che comprenda almeno il ritorno del reparto di medicina generale, fino ad oggi collocato al Murri di Fermo, oltre ad una diagnostica adeguatamente rafforzata». E’ quanto si legge in una nota stampa di Luisa Di Venanzio, presidente del comitato per la tutela della salute dei Sibillini.
«Questo per evitare che tale apertura si trasformi in un boomerang per l’attuale amministrazione regionale, che tanto si è spesa per ridarci un vero ospedale, con adeguati servizi sanitari, dei quali fummo nel 2016 ingiustamente privati, essendo previsti per questa zona disagiata, con il decreto ministeriale Balduzzi 2015.
Servizi per i quali il nostro comitato si è battuto sin dal 2018, avendo assistito impotente al paradossale declassamento del vecchio nosocomio in casa della salute, durante un sisma come quello del 2016».