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Accoltellamento di Amandola: si valuta l’ipotesi del patteggiamento per l’imputato

AMANDOLA/ASCOLI - La decisione sui riti alternativi è stata rinviata dal giudice al 17 dicembre. Intanto al vaglio c'è anche l'istanza presentata dai legali difensori Olindo Dionisi e Massimo Comini di sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari

Tribunale di Ascoli Piceno

 

di Alessandro Luzi

Fumata nera sui riti alternativi per il ventenne accusato di aver accoltellato l’amico. Oggi si è svolta la seconda udienza del processo che vede imputato un giovane residente dell’entroterra fermano. Il giudice del tribunale di Ascoli, Barbara Caponetti, avrebbe dovuto sciogliere la riserva sul rito alternativo. Invece è tutto rimandato al 17 dicembre. E’ ancora in fase di valutazione la possibilità di avviare il giudizio abbreviato o arrivare ad un patteggiamento.

I legali della difesa, Olindo Dionisi e Massimo Comini, hanno chiesto un rinvio dell’udienza in quanto stanno continuando ad interloquire con il pubblico ministero, Cinzia Piccioni. La strategia difensiva consiste nel provare a definire un patteggiamento. La strada per raggiungere l’accordo sulla pena è in salita. Infatti il patteggiamento è concesso solo per pene inferiori ai 5 anni, soglia sotto cui la procura non vorrebbe scendere. Intanto il giudice ha accolto l’istanza dei due avvocati per consentire alle parti di provare a trovare un accordo su una pena equa. La riserva sul rito alternativo verrà sciolta alla prossima udienza, fissata al 17 dicembre. Intanto i legali Dionisi e Comini avevano già presentato la richiesta di giudizio abbreviato. Questo rito verrà percorso qualora venisse scartata l’ipotesi del patteggiamento.

Al vaglio del giudice c’è anche l’istanza presentata dalla difesa di sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. Oggi in aula i legali hanno argomentato la richiesta. La decisione potrebbe arrivare entro la prossima settimana. Dal suo arresto, avvenuto il 26 luglio, il ragazzo si trova nel carcere di Marino del Tronto. Per lui l’accusa è di tentato omicidio con l’aggravante dei futili motivi. Il processo per fare luce sull’accoltellamento si è aperto il 14 novembre. Durante la prima udienza l’imputato aveva espresso le sue scuse verso l’amico: «Non volevo fargli del male, sono profondamente addolorato». Il papà della vittima, assistito dal legale Emiliano Carnevali, si è costituito parte civile. Il figlio era stato ferito con un’arma da taglio nella notte tra il 25 e il 26 luglio in un appartamento ad Amandola. Poi la corsa verso l’ospedale Torrette di Ancona, da dove è stato dimesso il 3 agosto.

«Non volevo fargli del male, sono addolorato» le scuse dell’imputato. Si apre il processo per l’accoltellamento a Amandola

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