di redazione CF
L’Istat diffonde la seconda edizione del report BesT delle Marche, che delinea i profili di benessere equo e sostenibile della regione – e delle rispettive province – a partire dalla lettura integrata degli indicatori del Bes dei territori (edizione 2024). Le misure statistiche di dettaglio provinciale utilizzate sono coerenti e armonizzate con quelle del Rapporto Bes e in alcuni casi ampliate per tener conto di ulteriori aspetti utili per le politiche territoriali.
Il report analizza la regione e le sue province evidenziando i divari rispetto all’Italia, i punti di forza e di debolezza, oltre alle evoluzioni recenti. Inoltre, tre focus tematici approfondiscono il quadro nei domini Benessere economico, Paesaggio e patrimonio culturale, Innovazione, ricerca e creatività con nuove misurazioni e analisi sulle condizioni economiche degli individui, sulla dotazione e fruizione di musei e biblioteche, sull’offerta di servizi comunali online per le famiglie.
Quest’anno ai 20 report regionali si aggiunge anche un 21-esimo report, già pubblicato, che approfondisce e confronta i profili di benessere delle 14 città metropolitane.
I report BesT 2024, con i dati, i metadati e gli strumenti di esplorazione e visualizzazione interattiva degli indicatori BesT sono disponibili sul sito web dell’Istat, alla pagina Il Bes dei Territori.
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Sintesi dei principali risultati
Il quadro d’insieme
Le Marche presentano livelli elevati di benessere rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori. Infatti, considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) nell’ultimo anno disponibile, il 51,0 per cento delle misure colloca le province marchigiane nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 27,5 per cento le colloca nelle classi bassa e medio-bassa (gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 41,8 per cento e 35,6 per cento). Nel confronto con le altre regioni del Centro, le Marche mostrano un profilo simile alla Toscana (con il 50,7 per cento di misure provinciali nelle classi alta e medio-alta e il 27,3 nelle classi bassa e medio-bassa) e migliore sia dell’Umbria, sia del Lazio che è la regione più sfavorita.
Tutte le province marchigiane si collocano nelle due classi di benessere più alte con frequenze maggiori della media delle province del Centro e dell’Italia. Pesaro e Urbino ha il 54,7 per cento degli indicatori in queste due classi. Le più basse frequenze sono a Macerata (46,9 per cento). Fermo è la provincia con i maggiori contrasti poiché si colloca più frequentemente nelle due ultime classi (33,3 per cento) e al tempo stesso ha il 50,0 per cento di indicatori su livelli di benessere relativo alti e medio-alti.
Considerando gli 11 domini del Benessere dei territori, il quadro più critico per le province marchigiane emerge nel dominio Qualità dei servizi, con il 37,5 per cento delle misure provinciali nelle due classi di coda e soltanto il 42,5 per cento nelle due classi più elevate. Gli svantaggi più significativi in questo dominio riguardano l’offerta di trasporto pubblico locale (Tpl) che nel 2022 nei comuni capoluogo delle Marche è complessivamente pari a 2.092 posti-km per abitante (4.696 posti-km la media dei capoluoghi italiani). L’indicatore migliora rispetto al 2019 in quasi tutte le città marchigiane, ma si riduce a Pesaro (da 1.467 posti-km a 623); nell’ultimo anno, tutte le città capoluogo sono comunque su livelli più bassi delle medie di confronto. Un’altra problematica riguarda i servizi sanitari: tutti i 4 indicatori sono su livelli di benessere inferiori alle medie di confronto. In particolare l’emigrazione ospedaliera in altra regione nel 2022 raggiunge il 13,4 per cento, in lieve aumento rispetto al 2019,e supera di circa 5 punti percentuali le medie del Centro e dell’Italia (entrambe pari a 8,3 per cento). L’indicatore raggiunge il livello più elevato nella provincia di Pesaro e Urbino (22,2 per cento) con un aumento di 2,0 punti percentuali rispetto al 2019.
I risultati migliori si osservano nel dominio Sicurezza con il 76,7 per cento delle misure provinciali nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta e nessun posizionamento nella classe di coda. Quasi tutti gli indicatori hanno valori migliori della media Italia. In particolare per i reati predatori (denunce di furto in abitazione, denunce di borseggio e denunce di rapina) i tassi della regione (nel 2022 180,9 denunce di furto, 60,9 di borseggio e 18,0 di rapina per 100 mila abitanti) sono più bassi che nel Centro e in Italia (nell’ordine: 226,7; 219,1 e 43,5 denunce per 100 mila abitanti). Il quadro è uniforme in quasi tutte le province: solo la provincia di Fermo per le denunce di furto in abitazione registra un valore (273,1 per 100 mila abitanti) superiore alle medie di riferimento.
Anche nel dominio Lavoro e conciliazione tempi di vita nessuna provincia marchigiana ricade nella classe più bassa, ma la frequenza delle due classi più elevate scende al 69,0 per cento. Si segnalano svantaggi per il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente, che nelle Marche è pari a 14,0 per 10 mila occupati nel 2022. Tutti i valori provinciali risultano superiori alla media-Italia (10,0 per 10 mila occupati), ad eccezione della provincia di Fermo (10,0); il risultato peggiore nell’anno è nella provincia di Ancona (15,9), che è anche l’unica a registrare un aumento rispetto al 2019 (+1,2 punti) in controtendenza rispetto al lieve miglioramento osservato nella regione (-1,9 punti), come in Italia (-1,5) e nel Centro (-1,1).
Le condizioni economiche degli individui
La distribuzione del reddito disponibile equivalente (elaborato a partire dal sistema integrato dei registri) segnala per le Marche livelli superiori a quelli nazionali e del Centro: il 50 per cento degli individui residenti in famiglia dispone di almeno 19.100 euro annui a fronte di un valore mediano di 17.500 euro per l’Italia e di 18.300 per il Centro. La provincia di Ancona ha il valore più elevato (19.900 euro), Fermo il più basso (17.500 euro). Nella provincia di Ancona si osserva anche la maggiore disuguaglianza: il 10 per cento degli individui più poveri dispone al più di 9.300 euro, il 10 per cento dei più ricchi di almeno 34.900 euro.
Musei e biblioteche
Le Marche hanno una consistente dotazione culturale, con 258 strutture tra musei, aree archeologiche e monumenti, pari al 5,8 per cento delle 4.416 strutture censite in Italia nel 2022. Quasi un quarto dei musei si concentrano nella provincia di Pesaro Urbino (24,8 per cento) che raccoglie quasi la metà dei visitatori delle strutture museali della Regione (il 48,8 per cento). La provincia di Macerata, con un maggior numero di strutture museali (26,1 per cento) attira una quota ridotta di visitatori pari al 19,3 per cento del totale regionale.
La rete di 218 biblioteche pubbliche e private delle Marche, che nel 2022 rappresentano il 2,7 per cento del totale nazionale, è capillarmente distribuita nell’87,0 per cento dei comuni marchigiani e serve circa 1,4 milioni di residenti.
I servizi comunali online per le famiglie
Nel 2022 il 50,6 per cento dei Comuni marchigiani gestisce interamente online l’iter per l’accesso ad almeno un servizio per le famiglie, con un divario di 3,0 punti percentuali rispetto all’Italia (53,6 per cento). Anche il numero di servizi è inferiore alla media nazionale: solo il 36,7 per cento dei Comuni marchigiani offre da uno a tre servizi interamente online (-1,6 punti percentuali rispetto alla media-Italia). Le tipologie di servizi online più frequenti sono le stesse osservate a livello nazionale: i servizi di mensa scolastica (24,2 per cento nelle Marche, 26,5 in Italia) le contravvenzioni (23,0; 18,7) e i certificati anagrafici (22,8; 24,6).
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