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Cassa Edile, il bilancio di Ceroni: «Ente in crescita in un settore dinamico ma qualche nuvola all’orizzonte» Strigliata sulle infrastrutture

EDILIZIA - Il cavalier Lanfranco Ceroni, dopo aver passato il testimone della Cassa Edile a Danilo Turla,, nei prossimi giorni assumerà un importante incarico nel sistema bilaterale presso la Scuola Edile di Ascoli Piceno e Fermo. In prossimità di questo cambio abbiamo posto alcune domande  al presidente Lanfranco Ceroni sullo stato del settore e sulle azioni promosse nel corso del suo mandato

Lanfranco Ceroni

Nei giorni scorsi il Consiglio di Amministrazione della Cassa Edile di Ascoli Piceno e Fermo ha eletto il nuovo presidente nella persona di Danilo Turla, titolare dell’impresa Turla Costruzioni S.r.l. di Ascoli Piceno, che ha  sostituito il cavalier Lanfranco Ceroni amministratore della C.F.L. SRL” di  Rapagnano. 

Il cavalier Ceroni, nei prossimi giorni, assumerà un importante incarico nel  sistema bilaterale presso la Scuola Edile di Ascoli Piceno e Fermo. In prossimità di questo cambio abbiamo posto alcune domande  al presidente Lanfranco Ceroni sullo stato del settore e sulle azioni promosse nel corso del suo mandato. 

Presidente qual è ad oggi lo stato del settore edile delle due province?

«La situazione del comparto edile è rintracciabile sui dati del bilancio al 30 settembre 2023 della Cassa Edile che ho governato, insieme al vicepresidente Paola Senesi, su mandato del Consiglio di Amministrazione che ringrazio per la fiducia avuta. Ringrazio anche la mia vice e il personale  dell’Ente per la collaborazione avuta in questi anni. Circa i dati al 30 settembre 2024, alla chiusura del bilancio, la massa salariale denunciata alla Cassa è stata di 70.000 euro con un incremento  del 21% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero delle imprese iscritte è di 1.413(+20%); aumentato anche il numero degli operai iscritti che sono 8.500 (+15%). Il numero delle ore lavorate denunciate è cresciuto del 21%. Abbiamo emesso circa 2.000 Durc sulla regolarità contributiva delle  imprese. Nel mese di dicembre si effettuerà la liquidazione della cosiddetta Gnf ovvero la  tredicesima mensilità, agli operai iscritti. Quindi lo stato del settore è in piena salute accompagnato da una crescita sia dei livelli occupazionali, sia della produttività. Questi risultati riflettono il dinamismo del settore edile regionale,  sostenuto anche dai lavori pubblici legati al Piano Nazionale di Ripresa e  Resilienza (Pnrr) e alla ricostruzione post-sisma. Certo all’orizzonte si nota qualche nuvola: fine dei lavori legati al cosiddetto bonus del 110%; incertezze normative; ritardi nei pagamenti sui lavori pubblici, aumento dei costi dei materiali, carenza di manodopera adeguata alle  nuove esigenze del nostro mondo, patente a punti (un sistema estremamente burocratizzato) che non aiuta anche se la battaglia sugli  infortuni sul lavoro confermo essere una nostra priorità». 

Presidente quali sono stati gli obiettivi di maggior valenza raggiunti nel corso del suo mandato presso l’Ente? 

«Le cose fatte sono innumerevoli. Ne cito alcune tra le più importanti: ammodernamento e potenziamento dei sistemi informatici dell’ente, Durc di congruità con conseguente implementazione della lotta per la regolarità contributiva, ed aumento del personale».

Una ultima domanda: che cosa pensa del nuovo obbligo sull’assicurazione obbligatoria da catastrofi naturali? 

«È noto che dal primo gennaio 2025 le imprese dovranno sottoscrivere una polizza assicurativa dedicata. In caso contrario non potranno accedere ad eventuali aiuti pubblici legati a calamità naturali. Mi sembra una nuova  tassa occulta che peserà sulle imprese con costi elevati specie per quelle che operano nelle cosiddette aree a rischio come le nostre in area sisma. Certamente occorre intervenire rapidamente in tutte quelle situazioni di rischio idrogeologico, aggravate dai mutamenti climatici ma occorrono giusto equilibrio e certezza normativa nonché sgravi dedicati per le imprese interessate. Il nostro Paese necessita di un grande piano di  modernizzazione infrastrutturale per ridurre il forte gap esistente con i paesi nostri concorrenti. Ed in particolare questa problematica investe i nostri territori, basti pensare alla situazione viaria: A14, Salaria, ferrovia, la Fermo-Amandola, i collegamenti tra Ascoli e Fermo e la Mezzina, solo per  citarne alcuni. Si parla tanto e si fa poco».

 


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