«La filiera del legno: un futuro sostenibile per le risorse boschive italiane». Si è tenuto ieri, venerdì 29 novembre, a Macerata l’incontro organizzato da Confartigianato in collaborazione con Fondazione Symbola, dedicato al tema della filiera del legno e alla valorizzazione delle risorse boschive italiane.
Un appuntamento di grande importanza per il settore, che ha messo in luce il paradosso del nostro Paese: nonostante il 40% della superficie totale sia coperta da boschi (nelle aree montane e alto collinari raggiunge il 70% mentre nella fascia tra gli 800 e i 1.500 m. addirittura il 98%), l’Italia importa l’80% del legno utilizzato, non sfruttando le enormi potenzialità del patrimonio forestale nazionale.
Durante l’evento, esperti e rappresentanti del settore hanno sottolineato l’urgenza di una gestione più sostenibile delle risorse boschive, in grado di ridurre la dipendenza dall’estero e di valorizzare le filiere locali.
Fabio Renzi, Segretario generale di Fondazione Symbola, ha sottolineato l’importanza di un approccio sistemico alla gestione delle risorse boschive per garantire uno sviluppo economico e sociale sostenibile: «Grazie al programma Nextappennino sono state avviate nell’area del cratere sisma 2016 quattro piattaforme di trasformazione del legno che mirano a dare valore aggiunto alla risorsa forestale. Si tratta di un primo tentativo di avviare un processo di valorizzazione del legno locale attraverso la produzione di pellet per l’energia e semilavorati per l’arredo e le costruzioni, oggi possibile anche per le essenze locali grazie alle nuove tecnologie. Uno sforzo imprenditoriale che rappresenta un segmento di un processo più ampio coerente con le politiche promosse dal MASAF (Ministero Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste) con la SNF (Strategia Forestale Nazionale) e con il Cluster Italia Foreste Legno che vede anche l’adesione e la partecipazione di Confartigianato Imprese».
Si sono poi susseguiti gli interventi di Paolo Pigliacelli, esperto della Struttura commissariale per il Sisma 2016, Agostino Agostini, esperto di filiere del legno, che ha fornito spunti pratici per implementare filiere corte e sostenibili e Luca Possanzini, Presidente del Consorzio Marche Verdi.
A coordinare i lavori è stato Giorgio Menichelli, Segretario generale di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, che ha evidenziato come l’artigianato possa essere un volano per il rilancio del settore.
«Questo incontro vuole essere un primo momento di informazione e confronto con le imprese del territorio sulle potenzialità del legno locale per l’arredo, le costruzioni e, a cascata, sull’intera filiera. Dobbiamo cogliere l’occasione delle quattro progettazioni atterrate con Next Appennino per capire come questa filiera impatterà sia sulla produzione industriale del legno, che a noi interessa perché abbiamo diverse aziende manufatturiere che ad oggi importano il legno, sia sulla filiera dell’edilizia. Ci interessa quindi capire meglio tutto ciò che ruota attorno al prodotto legno, perché una filiera interamente marchigiana avrebbe un impatto economico ed identitario e sarebbe una leva non indifferente dal punto di vista occupazionale soprattutto per le aree interne. Con Symbola abbiamo quindi deciso di organizzare questo primo focus cercando di approfondire le tematiche principali»
Infine, è intervenuto il Sen. Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Ricostruzione, che ha evidenziato «la necessità assoluta di dover introdurre la valorizzazione del legno dell’Appennino Centrale all’interno della grande ricostruzione che stiamo affrontando. Per cui siamo partiti da un dato: in Italia la filiera del legno è molto importante e tutta la linea FederlegnoArredo è tra le primissime produzioni a livello nazionale, ma l’80% del legno che utilizziamo viene importato. Da questo punto di vista abbiamo finanziato con Next Appennino le filiere che ci devono consentire di estrarre, coltivare, custodire e rendere utilizzabile, anche ai fini edilizi, il legno dei nostri boschi. Sono boschi che diventano sempre più ampi anche a causa dell’abbandono del territorio ed è quindi auspicabile poterli utilizzare secondo criteri di buona norma e di sicurezza. La gestione attiva delle aree boschive non è solo una scelta economica, ma una strategia per preservare l’ambiente, creare occupazione e garantire il futuro delle comunità locali. Puntare sul legno italiano significa investire in sostenibilità e innovazione».
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