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«Essere-nel-mondo» Dal pensiero “pensante” all’intelligenza artificiale

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

Essere-nel-mondo

«Se il mio tempo mi vuole avversare, lo lascio fare tranquillamente. Io sono venuto da altri tempi e in altri tempi spero di andare». 

La condizione per stare in questo mondo è sopportarne le umiliazioni, le zavorre. Il pensiero dirigista, anemico. È un mondo ormai inospitale, in cui comanda la mediocra(idio)zia, decidono le teste vuote di chi è al timone. Esistono ancora i pensatori? Se sì, che ne è di loro…? Che fine ha fatto chi vorrebbe plasmare il mondo, guardandolo da un altro punto di vista?… o invitando a guardare altrove? La democrazia è inebetita, irretita nella iper-tecnologia e annessi/connessi varî. L’A.I. ha spazzato via tutto, stagliandosi inquietante in un orizzonte tanto sconfinato, quanto corto. Il pensiero pensante è una espressione aliena. Dei grandi classici che ci hanno guidato nel cammino, prendendoci per mano, resta un labile ricordo: quando essi non siano gettati nell’oblio. Non si può’ più nemmeno parlare di filosofia, tanto essa è confinata nelle asettiche aule accademiche. Fare filosofia è creare un pensiero alternativo, che metta in discussione i luoghi comuni che azzerano il quoziente intellettivo globale del pianeta. È l’amore per il sapere, è la maieutica socratica: da un dialogo fecondo può nascere un pensiero fecondo, che si avvicini alla verità. La poesia, in uno con la musica, e con le altre arti (figurative, e che siano comunque parto dell’Anima) è il punto più alto dell’ex-primere. Crea. La musica, dal canto suo, parla un linguaggio universale, polisemico. La pittura, la danza trans-figurano il reale. Se ne ricorda l’uomo del terzo millennio, suddito della intelligenza artificiale? Rammenta, nel suo straniamento, chi lo ha preceduto in questo breve transito, in virtù del quale è ancora in grado di orientarsi nel mondo? Forse. Come è in forse che l’uomo sia ancora in grado di interrogare la bussola. 

Se solo uno si alzasse ed esclamasse: “Il re è nudo!”. Ma solo l’ anima pura e incantata di un bambino può farlo. L’esprit de géométrie, di pascaliana memoria, deve cedere il passo alle ragioni de cuore. E alla intelligenza delle menti. 

È una scommessa, e insieme una sfida. 

Ps 

Come nota Marcello Veneziani nell’ultimo suo libro, “Senza eredi”, immersi nel non senso, in una idolatria dell’io che si specchia nello stesso io-vacuo, questo nulla di pensiero ha ucciso sia i padri, che i figli. Un tempo, il nostro, vuoto, distruttivo, e al tempo stesso suicida. Che non lascia eredi, né chi dispensi l’eredità.

 

* giudice


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