De Grazia (Cgil): «Nuovo ospedale di Amandola, un grande punto interrogativo»

AMANDOLA - Il segretario generale Cgil, De Grazia: «Sicuramente positivo il fatto che ci sarà una struttura nuova, antisismica, comoda da raggiungere, ma quello che più ci preoccupa è il fatto che, alla vigilia della apertura di una struttura costata complessivamente 33 milioni di euro, tra fondi pubblici e privati, chi doveva, non si sia preoccupato di programmare e finanziare adeguatamente la piena funzionalità della stessa, dei vari reparti ed in particolare dei stanziare le risorse necessarie per l’assunzione del personale necessario, entro una data certa e riscontrabile»

Alessandro De Grazia

«Nuovo Ospedale di Amandola, un grande punto interrogativo. A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo ed atteso Ospedale di Amandola, prevista per il 14 dicembre, si infittisce la nebbia rispetto a quello che in quella struttura ci sarà. Al netto delle “promesse” sbandierate dalla Regione Marche anche durante il sopralluogo dello scorso 14 novembre, ad oggi non c’è alcuna certezza su quando, quali reparti e con quale dotazione organica (se derivante da piano occupazionale apposito o meno) opererà la nuova struttura». E’ quanto si legge in una nota stampa della Cgil, firmata dal suo segretario generale Alessandro De Grazia.

«Di ciò è giunta conferma da parte della Direzione Generale dell’Ast Fermo che, nel corso dell’incontro di ieri con le sigle sindacali, ha di fatto confermato l’assenza ad oggi di un cronoprogramma che consenta al nuovo ospedale di operare a pieno regime e quindi di garantire alle cittadine e cittadini di Amandola, e di tutta l’area montana, di avere servizi adeguati a garantire il diritto alle cure. Non sappiamo ad esempio se il pronto soccorso sarà, come è oggi, solo un punto di primo intervento o se, come da sempre sostiene l’assessore Saltamartini, si tratterà effettivamente di un Pronto Soccorso a tutti gli effetti, munito quindi di tutte le risorse umane necessarie e soprattutto se, a fianco ad esso, saranno previsti tutti i servizi che normalmente rendono possibile il funzionamento basilare di un’unità operativa complessa di emergenza -urgenza (medicina, radiologia, laboratorio analisi, ecc, che ad oggi sono servizi diurni e non h24). L’unica certezza è il trasferimento degli attuali servizi attivi dalla vecchia alla nuova struttura nei giorni dal 16 al 18 dicembre, con l’incognita di medicina Amandola, che ad oggi si trova presso il nosocomio di Fermo e, una volta trasferita, toglierà ulteriori posti di degenza attualmente utilizzati anche da altri reparti al Murri».

«Sicuramente positivo il fatto che ci sarà una struttura nuova, antisismica, comoda da raggiungere, ma quello che più ci preoccupa è il fatto che, alla vigilia della apertura di una struttura costata complessivamente 33 milioni di euro, tra fondi pubblici e privati, chi doveva, non si sia preoccupato di programmare e finanziare adeguatamente la piena funzionalità della stessa, dei vari reparti ed in particolare dei stanziare le risorse necessarie per l’assunzione del personale necessario, entro una data certa e riscontrabile. Le cittadine ed i cittadini dell’area dei Sibillini, già fortemente provati dal sisma del 2016 – aggiunge De Grazia – non hanno bisogno di promesse al vento, di inaugurazioni in pompa magna, bensì di servizi di qualità, di lavoro di qualità, di infrastrutture di qualità che consentano di vivere quegli straordinari luoghi avendo le stesse opportunità di chi vive in altre aree della provincia. Per queste ragioni continueremo la nostra mobilitazione a tutti i livelli, con iniziative anche nei giorni che mancano all’inaugurazione, finché la Regione Marche non prenderà coscienza della gravità in cui versa la Sanità fermana, assumendosi una volta per tutte la responsabilità che Le compete, quelle di affrontare e risolvere le criticità che da anni denunciamo».


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