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Pista di ghiaccio, “La Città che Vogliamo”: «Fermo sia capace di proporre alternative»

FERMO - Nicola Pascucci, segretario della lista "La Città che Vogliamo" a nome di tutti i consiglieri della stessa lista. : «il Natale di Fermo è ormai un riferimento per il territorio e la città della natività del Rubens è, e deve essere, in grado di proporre alternative nuove e diverse per attrarre famiglie e turisti anche a favore delle attività commerciali. Avremmo auspicato condivisione laddove registriamo, dopo due anni, la mancanza di ascolto di ‘una parte di città' importante che noi rappresentiamo»

Nicola Pascucci

«Notiamo con piacere che il dibattito sull’opportunità e sui consumi eccessivi e superflui della pista di ghiaccio coinvolge anche la minoranza. Giacobbi, candidato sindaco della Lega e ora ha cambiato casacca passando in Forza Italia, si è espresso criticamente prendendo come esempio la pista in ghiaccio sintetico di Monte Urano. Prendiamo atto, con soddisfazione, del fatto che Giacobbi sia sensibile a tali temi nonostante i partiti cui fa riferimento, a partire dal vicepremier Salvini, siano negazionisti del cambiamento climatico. Facciamo notare che il nostro gruppo aveva proposto, in maggioranza, una soluzione sintetica, già nel 2022. Noi, consiglieri della ‘La Città che Vogliamo’, il cui manifesto politico si fonda anche sulla sostenibilità ambientale, avevamo suggerito delle soluzioni alternative alla giunta comunale organo preposto a tali decisioni».  E’ quanto fa sapere Nicola Pascucci, segretario della lista “La Città che Vogliamo” a nome di tutti i consiglieri della stessa lista.

«I suggerimenti in questione non erano stati presi in considerazione perché tecnicamente non altrettanto prestazionali: il ghiaccio sintetico è una tecnologia in via di sviluppo da qualche anno e anche a Riccione, dove installato, non aveva avuto la stessa riuscita. Avevamo proposto, anche tramite comunicato stampa, la pista per pattini a rotelle pur constatando alcune difficoltà sollevate dalle associazioni di skating. Come ultima richiesta, invece sicuramente fattibile senza compromettere lo spirito e la magia del Natale, quella di accorciare i tempi e ridurre le dimensioni della pista notoriamente preferita da bambini e bambine (250 mq e non 370 riduce di un ulteriore 30% il consumo di acqua ed energia; ndr). Inoltre limitarne l’apertura dall’8 dicembre al 6 gennaio, periodo più strettamente festivo e non scolastico, avrebbe ridotto di 20 giorni l’impatto rispetto alle date odierne: grazie al suddetto risparmio si possono coprire i consumi per due anni di pista. Certi che anche i fermani siano altrettanto comprensivi e attenti agli sprechi e all’ambiente, concludiamo che non si tratta di eliminare un’attrazione o divertimento che dir si voglia: il Natale di Fermo è ormai un riferimento per il territorio e la città della natività del Rubens è, e deve essere, in grado di proporre alternative nuove e diverse per attrarre famiglie e turisti anche a favore delle attività commerciali. Avremmo auspicato condivisione laddove registriamo, dopo due anni, la mancanza di ascolto di ‘una parte di città’ importante che noi rappresentiamo».


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