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Porto, per il Tar la società Marina può fare contratti e incassare i canoni. Annullata in parte la delibera di giunta

PORTO SAN GIORGIO - Altro colpo di scena. Questa volta è il Tar a dire la sua nell'intricata vicenda che vede la società Marina, gestore del porto turistico, contrapposta al Comune dopo il provvedimento di revoca della concessione demaniale adottato dagli uffici di via Veneto nel 2023.
porto turistico

Porto turistico

di Sandro Renzi

Altro colpo di scena. Questa volta è di nuovo il Tar a dire la sua nell’intricata vicenda che vede la società Marina, gestore del porto turistico, contrapposta al Comune dopo il provvedimento di revoca della concessione demaniale adottato dagli uffici di via Veneto nel 2023. Di qualche giorno, infatti, la pronuncia dei giudici amministrativi di Ancona a cui si è rivolta la società per chiedere l’annullamento della delibera di giunta con la quale ad ottobre l’Amministrazione Vesprini ha fissato gli indirizzi relativamente alla gestione dell’approdo sia nelle more dell’udienza al Consiglio di Stato, prevista a gennaio, che per il futuro nel caso in cui la decadenza dovesse diventare definitiva.

Il Tar ha annullato la delibera limitatamente al punto del dispositivo, compensando peraltro le spese legali, col quale veniva consentito alla società Marina di proseguire nella gestione dei servizi essenziali necessari al funzionamento del porto turistico, ma vietata la possibilità di stipulare nuovi contratti che avessero validità oltre il 14 gennaio 2025 e di riscuotere i canoni dai diportisti. «Comportamento contradditorio» così il Tar giudica alcuni provvedimenti inseriti in quella delibera. «Le prescrizioni stringenti impartite in questa fase transitoria costituiscono quindi illegittima attuazione della sentenza di primo grado, con particolare riferimento ai divieti di stipula di nuovi contratti e di riscossione dei canoni, oltre a limitare l’erogazione dei servizi portuali ai minimi essenziali e sottoporre il porto turistico alla sorveglianza del Comune» si legge nel dispositivo della sentenza. Tutto da rifare, almeno su questo punto, con i giudici che lasciano al Comune, che ha scelto di non costituirsi, la possibilità di adottare un nuovo atto o dettagliare i punti finiti sotto ai riflettori dei giudici.

 


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