di Simone Corazza
Taglio del nastro per il nuovo Ospedale dei Sibillini “Beato Antonio di Amandola”, una struttura attesissima e all’avanguardia che rappresenta un simbolo concreto di rinascita per il territorio e per le comunità colpite dal sisma del 2016. Finanziato con 33 milioni di euro, il presidio ospedaliero di primo livello è dotato di 80 posti letto, tecnologie diagnostiche avanzate e un’ampia gamma di servizi per acuti, pronti a rispondere alle esigenze di un’area storicamente penalizzata.
All’evento erano presenti il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, l’assessore all’Edilizia ospedaliera Francesco Baldelli, il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli, il direttore generale dell’Ast di Fermo Roberto Grinta, il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli, il Prefetto Edoardo D’Alascio e Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo di Fermo, oltre a numerosi rappresentanti delle istituzioni e della comunità locale.
Durante il suo intervento, il presidente Francesco Acquaroli ha sottolineato l’importanza strategica dell’opera: «È una grande soddisfazione inaugurare oggi l’Ospedale dei Sibillini, un evento di straordinaria importanza per la nostra comunità. Rappresenta un simbolo concreto della ricostruzione, che si realizza a otto anni dal sisma che ha colpito duramente il nostro territorio. Dotato di un pronto soccorso, l’ospedale garantirà risposte fondamentali ai bisogni sanitari delle comunità dell’entroterra. Il presidio sarà reso ancora più accessibile grazie alla realizzazione della Pedemontana delle Marche, un’infrastruttura viaria cruciale che collegherà in maniera efficiente comunità oggi vicine, ma di fatto distanti. Questo miglioramento logistico consentirà non solo di facilitare l’accesso ai servizi sanitari, ma anche di avvicinare territori e persone. La rinascita della nostra regione passa inevitabilmente attraverso la rinascita delle aree interne. Queste zone non possono tornare a vivere senza servizi moderni e adeguati alle esigenze attuali. È per questo che, a fronte di un investimento iniziale di 18 milioni stanziati dalla precedente amministrazione, abbiamo portato l’investimento a 33 milioni, con l’obiettivo di restituire alla comunità un servizio essenziale e di qualità. L’Ospedale dei Sibillini è una struttura moderna, funzionale e soprattutto sicura. Il nostro obiettivo è chiaro: invertire la tendenza allo spopolamento».
Il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha evidenziato l’evoluzione: «La trasformazione di questo Ospedale di Comunità in un Ospedale per Acuti è un traguardo fondamentale previsto dal nostro piano socio-sanitario. Senza sottrarre risorse ad altri territori, garantiamo così un servizio essenziale che tutela il diritto alla salute di un’area vasta e complessa come quella del comune di Amandola, ma anche di territori come Sarnano in provincia di Macerata, e dei comuni confinanti con della provincia di Ascoli Piceno. Questo presidio ospedaliero rappresenta un salto di qualità decisivo rispetto al passato: non si tratta più di una semplice struttura con posti letto intermedi dedicati alla medicina generale, ma di un vero e proprio ospedale dotato di servizi per acuti e trattamenti adeguati. Stiamo reclutando nuovi medici e infermieri che si uniranno al personale già presente, garantendo così un’assistenza continua e di qualità. L’ospedale, considerato presidio di area disagiata, è dotato di tecnologie avanzate: un Pronto Soccorso operativo, una TAC a 256 strati, una risonanza magnetica, mammografi e un reparto di Medicina con un primario dedicato. Inoltre, i posti letto sono stati aumentati da 33 a 80, assicurando così risposte più efficaci ai bisogni del territorio».
L’assessore all’Edilizia Sanitaria e Ospedaliera Francesco Baldelli ha rimarcato il cambio di passo della Giunta Acquaroli: «L’inaugurazione di oggi è l’affermazione di un diritto per il quale abbiamo combattuto negli anni: il diritto di tutti i territori ad avere accesso ai servizi necessarie alle proprie comunità. La nuova sanità delle Marche punta alla qualità di servizi e strutture. Strutture innovative, sicure e diffuse su tutto il territorio. Il nuovo ospedale di Amandola, ai piedi dei Sibillini, rappresenta un chiaro esempio della nostra visione e risponde a due esigenze concrete. La prima: restituire servizi di qualità ai territori interni. Abbiamo ampliato i fondi da 18,8 milioni di euro previsti nel 2020 ai 33 milioni attuali ed adeguando tutti gli 80 posti letto a posti letto ospedalieri. Siamo passati da un punto di primo intervento ad una struttura adeguata ad ospitare un Pronto Soccorso, inserendo l’ospedale in una rete sanitaria e viaria efficiente, che sarà potenziata con la Pedemontana delle Marche. La seconda risposta riguarda la sicurezza. Il 76% degli ospedali italiani ha superato il mezzo secolo di vita. La sanità ha bisogno di strutture efficienti, per chi ci lavora e per i pazienti e i loro familiari. Questo di Amandola è il più giovane d’Italia. Un edificio sicuro che si sostiene su strutture innovative in grado di garantire la continuità dei servizi sanitari anche in presenza di significativi eventi sismici. La nuova edilizia sanitaria e ospedaliera delle Marche si fonda su basi solide, nelle città dei territori interni, come Amandola, nei grandi centri e laddove abbiamo previsto strutture innovative e al servizio delle nostre comunità».
Per il commissario Castelli: «L’apertura del nuovo Ospedale dei Sibillini segna un passaggio epocale, un grande traguardo che mette in campo una nuova visione di sanità e conferma ulteriormente l’attenzione che il governo Meloni e la Regione Marche stanno riservando verso le aree interne colpite dal sisma. Abbiamo raggiunto un obiettivo davvero importante non solo per l’area del cratere Marche, ma per l’intera Regione, condiviso e fortemente voluto dal Presidente Acquaroli – continua Castelli -. L’opera ha segnato il vero cambio di passo quando insieme al Governatore, da Assessore al bilancio e con delega alla ricostruzione, la Regione Marche ha stanziato ulteriori 22,4 milioni di euro con fondi Por Fesr. A questi sono aggiunti 3,2 milioni di euro per superare gli incrementi prezzi, senza indugio assegnati con intesa del Presidente in Cabina di coordinamento Sisma. Scelte fondamentali che hanno consentito di dare il necessario slancio ad un’opera a cui abbiamo creduto. La visione strategica per le aree interne che condividiamo col governo di Giorgia Meloni ci sta guidando verso un modello di sviluppo diverso, anche a livello di sanità. Un modello futuribile, per la prima volta vicino a questi territori, reso possibile anche grazie al cambio di passo operato in materia di ricostruzione. Una visione strategica lungimirante, integrata, che si realizza anche grazie al piano strade in fase di realizzazione con il programma NextAppennino e ReVita, in grado di rendere questi territori meno isolati».
Per le tecnologie sono stati stanziati ulteriori 5 milioni di euro. Da lunedì 16 dicembre saranno pienamente operativi molti dei servizi che il nuovo nosocomio metterà a disposizione della comunità montana: la Cassa Cup, l’Anagrafe assistiti, la Diagnostica per Immagini e la specialistica ambulatoriale così come gli ambulatori odontoiatrici. Sul fronte dell’Emergenza-Urgenza, si partirà, sempre lunedì, con un Punto di Primo Intervento e saranno attivate sia la Guardia Medica che la Potes 118. Previsto anche l’ingresso, nella struttura, dei medici di medicina generale. Pienamente operativi da lunedì anche il Punto prelievi, la raccolta sangue e il servizio di Riabilitazione. Seguirà mercoledì 18 il trasferimento dei pazienti della Rsa dall’attuale sede alla ala riservata, all’interno del nuovo ospedale. «Un segnale doveroso, quello della tempestiva e degna operatività dei servizi, nei confronti di una comunità che molto ha dato al territorio e molto continua a dare. Una sanità equa e solidale è un principio cardine, fondante ed inderogabile per il rilancio di un territorio, quello montano, essenziale nelle dinamiche sociali di tutta la regione» rimarca la direzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale fermana guidata dal direttore generale Roberto Grinta.
La cerimonia è stata preceduta dalla proiezione di un filmato che ha ripercorso le tappe dell’ospedale di Amandola, dalla sua distruzione alla rinascita. Il sindaco Adolfo Marinangeli ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto. Questa struttura, moderna e innovativa, segna un momento fondamentale per il rilancio dell’entroterra, ribadendo l’impegno della Regione verso una ricostruzione che non sia solo edilizia, ma anche sociale ed economica.
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